CRONACA
Riforma della polizia, avanti tutta: ecco l'organizzazione futura Cantonale-comunali. Ma lo scoglio è il numero minimo di agenti...
Il comandante della Cantonale Matteo Cocchi: "Oggi, con l'attuale organizzazione, ci sono chiari problemi di coordinamento e un'eccessiva frammentazione"

BELLINZONA – La riorganizzazione della Polizia ticinese prosegue in modo spedito. Oggi a Palazzo governativo sono stati presentati i risultati della consultazione avviata tra i Comuni per ridefinire i rapporti tra Polizia cantonale e Polizie locali. Il ministro delle istituzioni Norman Gobbi, il segretario generale del Dipartimento, Luca Filippini, che ha presieduto il gruppo di lavoro, hanno presentato il progetto insieme al comandante della Cantonale Matteo Cocchi e al comandante della Polizia di Lugano Roberto Torrente. 

Alla consultazione hanno preso parte 6 comuni polo, 52 Comuni, 2 associazioni e il Ministero pubblico. Dalla consultazione è emerso un sì alla nuova suddivisione dei compiti tra Cantonale e Comunali, alla riduzione del numero delle regioni polo, a un migliore coordinamento all'interno delle regioni, ma un sostanziale no all'aumento degli effettivi delle polizie strutturate. 

Attualmente queste ultime devono avere almeno cinque agenti più un comandante. In futuro dovranno averne almeno quindici più un comandante. E in una seconda fase il numero minimo di agenti sarà portato a venti. Norman Gobbi ha spiegato che il passaggio da un minimo di cinque a un minimo di quindici agenti avverrà entro un paio di anni dal momento in cui la riforma verrà approvata dal Gran Consiglio. Ma ha precisato: "Saremo flessibili e daremo il tempo alle singole polizie di reclutare il personale necessario per adeguarsi, come siamo stati flessibili nella concretizzazione dell'attuale organizzazione".

"La criminalità evolve – ha detto il comandante della Cantonale Cocchi – e cresce la collaborazione intercantonale e con la Polizia Federale, e sempre di più in futuro dovremo mettere in campo degli specialisti, anche nelle attività di supporto informatiche e logistiche. Oggi, con l'attuale organizzazione, ci sono chiari problemi di coordinamento e un'eccessiva frammentazione".

"Vogliamo delle polizie comunali forti, che sappiano rispondere alle nuove emergenze – gli ha fatto eco il comandante della polizia di Lugano Torrente –. Dobbiamo aumentare il livello di competenza delle polizie locali, rendere più attrattiva la professione, pur mantenendo la nostra strategia di prossimità con agenti attivi sul territorio e vicini alla popolazione. Occorre chiarezza nell'ambito della condotta e delle responsabilità, ci vogliono strategia comuni e mezzi adeguati".

"Accorpare non significa diminuire la presenza sul territorio – ha aggiunto Gobbi –. Significa invece valorizzare il ruolo degli agenti delle Comunali ed aumentare la capacità operativa delle forze dell'ordine".

Ora si tratta di superare lo scoglio "politico" relativo all'aumento del numero minimo degli effettivi. Ma è un punto fondamentale senza il quale la riforma non potrà andare in porto. 

Polizia ticinese: esito della consultazione e prossimi passi 

Una nuova suddivisione dei compiti tra la Polizia cantonale e le comunali sarà definita nei prossimi mesi tenendo in considerazione i principi stabiliti dal progetto Ticino 2020. Inoltre, il numero minimo di agenti per le polizie strutturate dovrebbe aumentare gradualmente da 5 a 20 (più il Comandante del corpo).

È questo l’assetto della Polizia ticinese presentato questa mattina in conferenza stampa a Bellinzona. Nella Sala stampa di Palazzo delle Orsoline erano presenti il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, il Segretario generale Luca Filippini, il Comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi e il Comandante della Polizia comunale della Città di Lugano Roberto Torrente. Per dare seguito alla proposta di riorganizzare la Polizia in Ticino, a fine 2016 il Consiglio di Stato istituì un gruppo composto da addetti ai lavori in ambito della sicurezza cantonale e comunale con l’obiettivo di definire i contorni della Polizia ticinese.

Per volontà del Consigliere di Stato Norman Gobbi bisognava gettare le basi per la costruzione di “una polizia al servizio di tutti i cittadini, che tenesse conto del lavoro impostato attraverso l’attuazione della collaborazione tra la polizia cantonale e le comunali, recependo quei cambiamenti indispensabili per garantire al massimo la sicurezza interna a dei costi sopportabili per i cittadini”. Ad aprile del 2018, dopo che il Consiglio di Stato ha preso atto del lavoro del gruppo denominato “Polizia ticinese”, il Dipartimento delle istituzioni ha sottoposto il progetto a una consultazione alla quale hanno preso parte 6 Comuni polo, 52 Comuni, 2 Associazioni e il Ministero pubblico.

Dopo aver raccolto le considerazioni emerse, il Dipartimento delle istituzioni ha pertanto deciso di procedere nei prossimi mesi alla definizione di nuovi compiti per le Polizie comunali secondo quanto previsto anche dal progetto TICINO 2020. Tra queste nuove competenze figurano ad esempio i controlli in materia di violazione della legge sugli stranieri (dimore fittizie), gli incidenti stradali e il commercio ambulante. Per rispondere ad una migliore e più efficace organizzazione dei corpi comunali, il numero minimo di agenti per le polizie strutturate dovrebbero aumentare gradualmente da 5 a 20 (più il Comandante del corpo).

Inoltre, si dovrebbe procedere con l’attuazione di una serie di misure per migliorare il coordinamento all’interno delle regioni di polizia, concretizzare la centralizzazione degli acquisti per le necessità informatiche e logistiche e definire una struttura organizzativa «standard» per le polizie dei Comuni Polo. In fine, dopo una fase di assestamento della nuova organizzazione della “Polizia ticinese”, le regioni di polizia comunale del Cantone dovrebbero passare da 7 a 5.

Le modifiche legislative saranno poste nuovamente in consultazione entro la primavera del prossimo anno in modo che il Governo possa decidere formalmente sul progetto entro l’estate del 2019.

 

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