Lo stilista ha risposto alle polemiche sul sushi notturno tramite portavoce: "Ci pare incredibile che, nel 2018, dei giovani non dispongano di un cellulare per comunicare con i propri familiari"
LUGANO – Sta facendo parecchio discutere la nuova polemica sui pasti notturni nella sede di Lugano di Philipp Plein. Dopo la pizza in marzo, lunedì scorso negli uffici della casa di moda hanno ordinato una cena a base di sushi così abbondante da aver “ritardato il rientro a casa dei giovani fattorini della ditta di consegne a domicilio”.
“Siamo lusingati – specifica la nota dell'assistente personale dello stilista Miranda Kruidenier – dall’attenzione che la stampa ticinese riserva al menù del nostro presidente ed alle sue evoluzioni, ma onestamente ci sembra una mistificazione voler ritenere la nostra azienda responsabile del fatto che il ristoratore contattato abbia impiegato oltre due ore per evadere il nostro ordine di sushi, il quale in Giappone viene considerato un fast food”.
“Le scelte organizzative – continua – e di impiego dei ristoratori luganesi non possono coinvolgerci perché ci pare incredibile che nel 2018 dei giovani non dispongano di un cellulare per comunicare con i propri familiari”.
Secondo Kruidenier, in questa vicenda “c’è un lato positivo”. “Quello – spiega – che almeno in questo caso ci sono prove chiare che negli uffici si mangiava”.
Il sindacalista OCST Paolo Coppi ha avanzato insinuazioni anche in merito “alle luci sempre accese fino a notte fonda”. Aspetto prontamente chiarito dall’assistente personale di Philipp Plein. “Le luci dei nostri uffici – conclude la nota – restano, da sempre, accese tutta la notte. E questo per motivi di immagine, di sicurezza e trasparenza che meriterebbero forse di ricevere un apprezzamento diverso”.