Un lettore stuzzica il direttore del CdT: "Non si sacrifica la linea editoriale per mero interesse economico". E Pontiggia gli risponde...
MUZZANO - Caro Pontiggia, ma come fa a ospitare in casa sua la Lega e la Chiesa? È questa, in sintesi, la questione che un lettore del Corriere del Ticino ha posto al direttore del quotidiano, in una lettera pubblicata sull’edizione di stamane.
Il lettore, pur riconoscendo il pluralismo del Corriere, chiede a Pontiggia come mai “si concede spazio al fu GdP (megafono della Curia) con «Catholica» e si concedono le rotative a Quadri per stampare il «Mattino»: mi sembra che ci sia una discrepanza plateale, una incoerenza che desta il sospetto che al CdT interessi solo il risvolto commerciale delle relazioni. Non dovrebbero essere distanti anni luce il movimento della Lega, che martella con atteggiamenti razzisti, prevaricatori, e la Chiesa, che predica il rispetto del diverso, l'accoglienza, la misericordia?”.
“Secondo me - aggiunge ancora G.C. da Massagno - se Lei adottasse l'etica come principio o modus operandi non ospiterebbe in casa sua due realtà così diverse come Lega e Diocesi. Oppure i confini sono grigi e quindi tutto è concesso in barba alla coerenza? (…) Il CdT sulla testata si professa indipendente, ma ciò non significa, secondo me, sacrificare l'etica di una linea editoriale per mero interesse economico. Lei darebbe anche spazio al bollettino dei Liberi pensatori, a un periodico di fede musulmana, ad un bollettino protestante? Dubito…”.
“Il «Mattino» - replica Pontiggia nella risposta alla lettera - viene stampato dal Centro Stampa Ticino, che è un’azienda distinta e che stampa anche numerose altre testate, indipendentemente dalla loro linea editoriale, secondo criteri prettamente economici. La direzione del nostro giornale non mette becco. Ci mancherebbe altro. La linea editoriale del Corriere del Ticino non è minimamente influenzata né condizionata da quel che si stampa a Muzzano. E viceversa”.
“Essere un giornale indipendente - aggiunge il direttore del CdT - significa non appartenere a nessun partito o associazione: niente di più e niente di meno. Al di là di ciò, per quel che concerne il Corriere il pluralismo non può essere selettivo e ammettere solo ciò che più o meno si avvicina: non sarebbe pluralismo. Ospitiamo le opinioni dei leghisti e dei comunisti, dei cattolici e dei liberi pensatori, dei liberali e dei socialisti. Tutte hanno diritto di cittadinanza. (…) Quanto all’inserto «Catholica», ogni abbonato avrà la libertà di scegliere se riceverlo oppure no e i contenuti redazionali saranno di esclusiva competenza dei redattori incaricati dalla Diocesi, senza alcuna interferenza, né in un senso, né nell’altro”.