C’è tensione a Locarno tra il Casinò e le istituzioni cittadine. Il copione è simile a quello andato in scena negli anni scorsi a Mendrisio. La posizione del sindaco e del presidente dell'Organizzazione turistica
LOCARNO - C’è tensione a Locarno tra il Casinò e le istituzioni cittadine. Il copione è simile a quello andato in scena negli anni scorsi a Mendrisio, con una lite serrata tra la casa da gioco (che fa capo al medesimo azionista di Locarno), e il Municipio, lite sfociata nei mesi scorsi in un accordo tra le parti.
La cifra d’affari dei casinò ticinesi negli ultimi anni si è ridotta, e ora la direzione della Casinò Locarno propone di dimezzare l’affitto che paga al Kursaal (da un milione all’anno a mezzo) e di ridurre di diverse centinaia di migliaia di franchi i contributi alla fondazione turismo e alla fondazione cultura, con le quali siglò una convenzione nel 2003.
I contributi sono già stati ridotti. A due riprese la Casinò li ha tagliati unilateralmente: dai 400mila franchi iniziali versati a ognuna delle due fondazioni, si è passati nel 2017 a 350mila franchi e nel 2018 a 300mila franchi. Mentre quelli per l’anno in corso sono stati congelati con l’intento di ridurli ulteriormente.
Ieri i rappresentanti delle due fondazioni e della Kursaal, tra cui il sindaco di Locarno, Alain Scherrer, e il presidente dell’Organizzazione turistica regionale, Aldo Merlini, hanno spiegato la loro posizione rispetto alle pretese del Casinò. Rilevando che un taglio così drastico dei contributi della casa da gioco è inaccettabile, non solo alla luce degli importanti investimenti effettuati nel palazzo del Kursaal ma anche degli impegni presi dalle due fondazioni, che erogano i contributi in favore di eventi, di progetti turistici e, non da ultimo, della gestione del Palacinema.
“Quello che ci infastidisce e che riteniamo inaccettabile – ha detto il sindaco Scherrer – è il fatto di essere stati messi di fronte a decisioni unilaterali”.
Merlini ha aggiunto che, sia da parte della Kursaal sia da parte delle due fondazioni, c’è la disponibilità a discutere una riduzione per trovare una soluzione all’attuale impasse: “Non vogliamo assolutamente litigare, siamo disposti a considerare le ragioni del Casinò ma vogliamo una soluzione equa”.
A patto, però, ha aggiunto Merlini (ed è anche la linea di Scherrer), che il Casinò si impegni con una lettera di intenti a garantire la prosecuzione degli accordi anche dopo il 2023, nel caso in cui venisse rinnovata all’attuale proprietà la concessione federale che scadrà in quell’anno. Un incontro tra le parti è già in agenda nei prossimi giorni. Vedremo quali risultati sortirà.
Se è vero che la redditività delle case da gioco è scesa nel corso degli anni, e se è vero che il Casinò di Locarno ha versato tra il 2003 e il 2017 ben 11 milioni di franchi alle due fondazioni, è anche vero che in questo stesso periodo la casa da gioco ha realizzato utili netti di circa 55 milioni, con un utile medio di 4 milioni all’anno.
Insomma, nonostante il calo delle entrate (nel 2017 l’utile è sceso a 2,2 milioni) per il Casinò di Locarno lo spettro della miseria non si scorge nemmeno all’orizzonte.