La compagnia teatrale di Monte Carasso chiude la stagione il 6 giugno a Bellinzona con 'EquiVoci'. Il vicepresidente PLR ci porta nel 'backstage': "Il lavoro è tanto ma siamo un bel gruppo unito e ci divertiamo"
MONTE CARASSO – La compagnia teatrale “Voci Ateatro” sta per chiudere la decima stagione sulla scena ticinese. E lo farà in grande stile. Anche quest'anno infatti, la compagnia filodrammatica di Monte Carasso chiuderà gli spettacoli in programma esibendosi al Teatro Sociale di Bellinzona il prossimo 6 giugno, alle 20h15.
Tra gli attori che reciteranno in “Equivoci” spicca la presenza di Michele Morisoli, vicepresidente del PLRT ed Agente generale di Helvetia, giunto ormai al quarto anno di teatro. Con Morisoli abbiamo parlato degli inizi di carriera, di cosa significa recitare, dello spettacolo e di molto altro ancora.
Michele, quattro vite professionali molto diverse e in politica da molti anni. Passando per lo spettacolo. Come è nata la passione per il teatro?
“Diciamo che ho sempre seguito il gruppo “Voci Ateatro” dietro le quinte in quanto mia moglie Paola scrive i testi, mette in scena e recita. Ho fatto una lunga gavetta da “uomo di fatica”: andavo ad aiutare nel backstage, aiutavo nel trasporto del materiale, nella disposizione delle scenografie, la gestione delle luci, delle musiche e così via. Un bel giorno di quattro anni fa, mia moglie mi disse: “Michi, nella nuova commedia ho scritto una parte anche per te”. Ho colto la palla al balzo e mi sono messo in gioco con entusiasmo e, lo ammetto volentieri, divertendomi. Mi piace parecchio recitare, anche perché in ogni spettacolo interpreto più personaggi molto diversi”.
Cosa significa per lei fare l’ “attore”?
“Significa prendere coscienza di alcuni propri limiti e di cercare di superarli, ma non solo. Significa anche mettersi in gioco e affrontare spesso situazioni complicate. Inoltre si fanno esperienze sorprendenti, affrontando situazioni inattese. Ci sono dinamiche che ho imparato a conoscere che fino a prima mi erano sconosciute come il rapporto con il pubblico e tutto ciò che avviene dietro le quinte, oppure quelle con i colleghi sul palco e con i suggeritori”.
Cosa intende con “affrontare situazioni complicate”?
“Ovviamente dipende dalla parte e dal personaggio che si interpretano. In “EquiVoci” porto in scena due personaggi: un uomo e una donna. Immedesimarmi nel personaggio e mettermi in gioco significa anche lasciare nel camerino la persona Michele Morisoli (oltre che lasciare lì anche un pò di vergogna, di timore e di imbarazzo ...) in modo da andare “spogli” di fronte al pubblico”.
E che rapporto ha con il pubblico?
“Penso di riuscire ad avere un buon rapporto con il nostro pubblico; riuscendo a divertirmi, ciò che mi permette di entrare in sintonia e talvolta anche in dialogo e giocando con gli spettatori. In determinati momenti è come se avvenisse uno scambio con gli spettatori. Sul palco capisci quando si stanno divertendo e questo ti dà una spinta ulteriore per fare ancora meglio, magari improvvisando anche qualche battuta. Ogni tanto capita che qualcuno mi riconosca per strada e iniziamo a parlare dello spettacolo. E questo è bello perché significa aver dato loro qualcosa durante lo spettacolo. ”.
Si ricorda l’emozione per il primo spettacolo? Come ha sconfitto l’ansia?
“Assolutamente sì. Ero evidentemente piuttosto teso ed emozionato. Avevo un pò di paura.. Prima di entrare in scena ho cercato di pensare solo a recitare, vivendo il personaggio come se la scena fosse la vita reale, senza guardare il pubblico. Questo mi ha aiutato; poi con il passare delle serate ho capito che bisogna esibirsi innanzitutto divertendosi e entrando totalmente nel tuo personaggio, dimenticando sé stessi. E questo funziona alla grande.
Al Teatro sociale l’ultima data di “EquiVoci”. Ma il percorso è cominciato a settembre...soddisfatti della risposta del pubblico?
"La risposta è molto positiva. Sia dal punto di vista della presenza di pubblico, sia per quanto riguarda l'apprezzamento ed il divertimento che gli spettatori hanno dimostrato durante lo spettacolo. Quasi tutte le date sono state, nel nostro piccolo, “sold out” e anche la prevendita per lo spettacolo a Bellinzona del 6 giugno sta andando bene. “Voci Ateatro” ogni anno devolve in beneficienza l'intero incasso degli spettacoli. Per ogni serata scegliamo un’associazione o un ente che aiuta bambini e doniamo loro i soldi. L’anno scorso abbiamo donato 18mila franchi. Quest’anno abbiamo superato gli incassi dello scorso anno, ma aspettiamo il finale di stagione prima di parlare di cifre”.
Ma che lavoro c’è dietro la rappresentazione di uno spettacolo?
“Tanto, tantissimo. Basta pensare che Paola (la moglie ndr) ha già iniziato adesso a scrivere il testo per il prossimo spettacolo. Le prove iniziano generalmente in settembre e si tengono due volte a settimana. E' un “allenamento” impegnativo perché il copione bisogna certamente impararlo, ma poi, il salto di qualità lo fai quando riesci a vivere la scena come se fosse vita reale. Il lavoro è tanto ma siamo un bel gruppo unito e insieme ci divertiamo”.
Senza svelare troppo...di cosa parla “Equivoci”?
"È una commedia in cui si intrecciano alcune storie e situazioni di famiglie in cui avviene tutta una catena di equivoci che riportano a situazioni di ogni giorno. Noi le mettiamo in chiave ironica...ci sarà da divertirsi e molto”.
I biglietti per lo spettacolo del 6 giugno al Teatro Sociale di Bellinzona sono ancora disponibili cliccando qui
La commedia, scritta e messa in scena da Paola Morisoli, é interpretata da Bassi Pasta Francesca, Togni Franco, Morisoli Michele, Keller Elena, Polti Robbiani Mirva, Keller Roberto, De Filippo Facco Carmen, Morisoli Paola, Ghirlanda Afra, Limoncello Prisca, Pedretti Enrico, Piubellini Cattaneo Nadia, Meneganti Franco e Monighetti Anissia