CRONACA
È il Bellinzonese la zona più attrattiva del Cantone: pubblicato uno studio sulle migrazioni residenziali in Ticino
"La crescita demografica sta conoscendo una riduzione. Chi si sposta lo fa, perlopiù, dal Sottoceneri al Sopraceneri. Ecco l'analisi dell'Osservatorio dello sviluppo territoriale

BELLINZONA – Il Dipartimento del territorio informa che in Ticino la crescita demografica sta conoscendo una riduzione; d’altra parte si constata anche un movimento generale di spostamento (relativo) della popolazione dagli agglomerati del Sottoceneri a quelli del Sopraceneri, in particolare verso il Bellinzonese.

Alla scala locale, le aree urbane, ben allacciate alla rete dei trasporti pubblici e dotate di un buon accesso a diversi servizi, vivono un ritorno d’interesse da parte della popolazione, in particolare le famiglie. Il nuovo quaderno dell’Osservatorio dello sviluppo territoriale analizza questo tema e presenta alcuni dei luoghi più dinamici in termini d’incremento di residenti, suddivise in aree periurbane, suburbane e centrali.

Ecco alcuni dati estrapolati dal rapporto-studio dell'Osservatorio dello sviluppo territoriale (DT). Autori:Gian Paolo Torricelli, Vitor Pessoa Colombo, Loris Vallenari e Simone Garlandin

Rallentamento della crescita demografica complessiva dopo il 2014

L’analisi dei bilanci demografici dei comuni evidenzia le tendenze più recenti per ciò che concerne l’insediamento della popolazione. L’analisi porta sull’evoluzione demografica dei comuni ticinesi nel periodo 2011– 2017. In questi anni la popolazione cantonale è passata da 339’279 a 356’676 abitanti (popolazione residente permanente), con una crescita del 5.1%. Tuttavia gran parte dell’incremento è avvenuto tra il 2011 e il 2014 (+4%; +4’175 persone/anno) mentre nel periodo 2014-17 l’aumento è stato molto più contenuto (+1%; +1’640 persone/anno), ovvero una diminuzione del 60.6% della crescita annuale. Per questo motivo è sembrato opportuno dividere il periodo in due “momenti” di 4 anni: 2011-14 e 2014-17 (cfr. Tab. 1; Mappe 1a e 1b)1 . Come si può osservare, l’arresto della crescita demografica, nel periodo 2014-2017, tocca in particolare gli spazi montani (Leventina, Vallemaggia, Terre di Pedemonte, Onsernone), il basso Mendrisiotto e alcuni spazi periferici del Luganese (Valle del Vedeggio, Malcantone), mentre l’unica regione dove la crescita demografica si mantiene è il Bellinzonese.

Saldi naturali in ulteriore calo

I saldi naturali (differenza tra nascite e decessi) passano, complessivamente, da -350 a -994 tra il primo e il secondo periodo (Tab. A.1). Nel periodo 2011-14 il suburbano e il periurbano del Luganese, in particolare la Valle del Vedeggio e, soprattutto, il Bellinzonese avevano tassi positivi, mentre le altre regioni conoscevano tassi negativi più o meno importanti (Locarnese, Valli superiori, Mendrisiotto); nel periodo successivo soltanto il Bellinzonese mantiene tassi fortemente positivi (nell’insieme quasi 500 persone, con addirittura un aumento rispetto al primo periodo), mentre altrove la diminuzione appare sensibile, anche se nella Valle del Vedeggio appaiono ancora comuni con tassi positivi (Mappe 2a e 2b)

Le zone di più recente insediamento alla scala del quartiere

L’analisi dei bilanci demografici dei comuni mostra che negli ultimi anni, assieme alla diminuzione della crescita demografica complessiva, c’è stato un incremento degli spostamenti di persone e famiglie (in termini di migrazioni residenziali) dalle aree urbane del Sottoceneri a quelle del Sopraceneri, facendo del Bellinzonese la zona più attrattiva del Cantone.

Quest’immagine rappresenta però soltanto una parte della realtà delle migrazioni in Ticino, poiché “nasconde” le migrazioni interne ai grandi comuni come Lugano, Bellinzona o Mendrisio, che si configurano complessivamente come zone attrattive per la residenza. Infatti, all’interno delle città dovremmo poter trovare delle zone di più recente insediamento, che potrebbero confermare l’ipotesi di una “frenata” della periurbanizzazione a profitto di nuovi spazi residenziali nei quartieri più centrali delle città.

Per osservare nel dettaglio il rapporto-studio consultare il documento PDF allegato all'articolo

 

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