La sessuologa dice la sua: "Il desiderio di vivere la sessualità a contatto con la natura dovrebbe essere assecondato, senza però stigmatizzarlo come qualcosa di folle"
LUGANO – Il fenomeno del sesso all’aperto è in continuo aumento. Lo dimostrano i numerosi casi che la stampa italiana riporta a cadenza regolare. E dalle nostre parti, con le dovute proporzioni, i casi non mancano. In Ticino, l’ultimo caso noto in ordine cronologico risale allo scorso aprile, quando una giovane coppia è stata sorpresa in effusioni amorose sotto la finestra di un cittadino che si è poi lamentato sui social.
In Italia, invece, il sesso all’aperto sembra fare tendenza. Lo scorso fine settimana, a Lignano Sabbiadoro due giovani austriaci sono stati sorpresi fare sesso in pieno giorno nel viale centrale e pedonale del paese.
Secondo la sessuologa Kathya Bonatti è “bene distinguere i singoli casi. L’episodio di Lignano Sabbiadoro è dovuto all’alcool: i protagonisti non erano consapevoli di quello che stavano facendo e delle conseguenze di quell’atto”. “Il desiderio – prosegue – di vivere la sessualità in maniera trasgressiva e oltre i tabù è legato alla stagionalità. Il caldo, per esempio, fa aumentano il desiderio di sesso. Le persone si svestono e gli uomini si eccitano maggiormente alla vista della pelle e questo è un incentivo per il desiderio sessuale”.
Distinguere i singoli casi, dicevamo. “Sì – spiega la Bonatti –, perché lasciarsi andare a queste effusioni può essere un atto assolutamente naturale. Io sono favorevole sul fatto che le persone possano vivere il proprio desiderio in totale libertà ma, attenzione, non alla portata di tutti. Bisogna rispettare bambini e chi non vuole assistere a certe scene”.
Parlare di sesso all’aperto in Ticino riporta alla mente il caso del luglio del 2015, quando una coppia è stata pizzicata fare sesso in pieno giorno al Parco Ciani. “All’epoca – continua la dottoressa – proposi di una sorta di “isola dell’amore”, un luogo dove giovani e meno giovani avrebbero avuto la possibilità di vivere liberamente i propri impulsi lontani da sguardi indiscreti. La proposta è sempre attuabile, ci mancherebbe. A mio avviso, metterebbe un po’ tutti d’accordo”.
Poi spiega: “Creando delle aree apposite, le persone sanno che possono andare e liberare i propri istinti. Il tutto senza rischiare di incorrere in sanzioni. In Ticino manca uno spazio del genere che, personalmente, credo venga accolto con entusiasmo”.
La sessuologa ticinese conclude con un pensiero rivolto ai giovani. “Ripensando a questa proposta mi vengono in mente i giovani o chi non ha la possibilità di poter fare sesso a casa propria. Il desiderio di vivere la sessualità a contatto con la natura dovrebbe essere assecondato, senza però stigmatizzarlo come qualcosa di folle”.