L'esperto accompagnatore di escursionismo: "Prevenire i rischi è difficile, ma non impossibile. Antenne ben dritte sempre: sembra scontato, ma non lo è..."
LOCARNO – La montagna dà, la montagna toglie. Ieri sera, sul Monte Generoso, è avvenuta la prima tragedia estiva in Ticino: un 67enne italiano è morto in seguito a una caduta a circa 1450 metri di altitudine. Il tema della sicurezza sulle nostre montagne, come ogni estate, torna quindi di primaria importanza.
Di pericoli, prevenzione, sicurezza, preparazione e tanto altro ne abbiamo parlato con Fabio Bella, esperto accompagnatore di escursionismo con attestato federale, presidente di ASAM sezione Ticino (associazione svizzera accompagnatori di montagna), presidente dell'Organo responsabile per l'organizzazione degli esami federali di accompagnatore/trice di escursionismo e membro dell'International Union of Mountain leader.
Fabio, la tua attività è ben diversa dalla guida alpina. Cosa fanno gli "accompagnatori di escursionismo"?
"È giusto specificare e differenziare le due attività. Noi ci occupiamo piuttosto di tutto ciò che si fa in montagna senza l'ausilio di strumenti tecnici come corde, ramponi, ecc".
Dopo la morte di un 67enne ieri sul Generoso torna d'attualità il tema della sicurezza. È impossibile prevenire i rischi?
"Difficile sì, impossibile no. Chiaramente gli incidenti o le tragedie, spesso e volentieri, accadono a causa di errori. Non mi riferisco all'incidente di ieri sul Monte Generoso, ma parlo in generale. Limitare gli errori, piuttosto, è possibile...".
Prego...
"Il tutto parte dalla preparazione all'escursione. Già in fase di pianificazione a casa bisogna tenere conto di tutto: terreno, condizioni meteo, durata dell'escursione, punti di appoggio come capanne o rifugi, equipaggiamento necessario e, non meno importante, prevedere già un percorso alternativo. Quando si è preparati si è più sicuri. Personalmente, prima di un'avventura consiglio sempre di consultare libri, carte topografiche o, nell'era di internet, visitare siti web e verificare l'attendibilità delle fonti".
Prevedere i pericoli, però, non è così facile...
"Assolutamente no. Ma i pericoli bisogna dividerli in due: ci sono i pericoli oggettivi come l'altitudine, le caratteristiche del terreno, il tempo atmosferico e via dicendo. In pratica, quelle situazioni in cui noi esseri umani non siamo padroni. Però siamo padroni del nostro corpo e della nostra mente. Ed ecco che entrano in gioco i pericoli "soggettivi", quelli dati dal tipo di equipaggiamento, dalle condizioni psico-fisiche di ognuno di noi e dalla capacità tecniche che possediamo. Una persona preparata, in ottime condizioni fisiche, dotata di un ottimo equipaggimento e con una buona conoscenza può senz'altro affrontare percorsi ben diversi da quelli che può sostenere un uomo in sandali e con dei bambini al seguito, per esempio...".
Non distrarsi mai è una regola, magari scontata, ma che non sempre viene rispettata?
"Certo, come già detto la maggior parte degli incidente avviene per degli errori. Avere sempre le "antenne ben dritte" è fondamentale, anche perché durante l'escursione possono mutare le condizioni meteo e quelle fisiche. Diventa troppo importante, quindi, la capacità di fare un'auto-valutazione e chiedersi sempre: "è il caso di proseguire o meglio tornare indietro?, resisto ancora o è meglio fermarmi?".
Cosa non deve mai mancare nello zaino di un'escursionista?
"In estate, non possono di certo mancare acqua, crema solare, occhiali, cappellino. Inoltre, sarebbe utile portare sempre con sé un kit medico in caso di ferite e un promemoria di soccorso con il numero della REGA".
Ci sono orari in cui è sconsigliato camminare in montagna?
"In questi giorni di caldo è sconsigliato fare sforzi dalle 11:00 alle 15:00".