CRONACA
Se una partita di ragazzini finisce in rissa. Calci, pugni e minacce a Coldrerio
La partita tra il Raggruppamento Castello Coldrerio e il Rapid Lugano è finita nel peggior modo possibile. Un testimone: "La cosa più brutta è stata vedere un adulto che tira un calcio nella schiena..."

COLDRERIO – Urla, parolacce, risse, aggressioni e minacce. Il calcio regionale continua a finire sulle pagine di cronaca per episodi spiacevoli. E se – almeno per un weekend – non ci pensano i ‘grandi’, a scrivere un’altra pagina brutta del calcio amatoriale in Ticino ci pensano i più piccoli e i loro rispettivi genitori.

Sabato scorso è andata in scena la sfida tra il Raggruppamento Castello Coldrerio e il Rapid Lugano, valida per il campionato B livello 2. Una sfida che – riporta il Corriere del Ticino – ha richiesto l’intervento della Polizia al triplice fischio. Il motivo? Dopo essersi punzecchiate a vicenda per tutta la partita, le due squadre sono venute alle mani mentre si incamminavano verso gli spogliatoi.

“La cosa più scandalosa – racconta un testimone al quotidiano – è che un adulto arrivato da dietro ha sferrato un calcio nella schiena di un ragazzino. Questo vuol dire essere vigliacchi per davvero”. Stando al racconto del testimone, a far infuriare è il comportamento di alcuni genitori della compagine locale, colpevoli a suo dire di “peggiorare solo la situazione con commenti fuori luogo”.

E i dirigenti? Qui le versioni cozzano. Interpellato dal Cdt, il testimone punta il dito contro la dirigenza del Castello-Coldrerio che “non ha aiutato molto”. Versione che non combacia con quella fornita da Michel Ponti, presidente del raggruppamento momò. “Io so che i nostri tre dirigenti hanno provato a mettere le cose a posto tranquillizzando gli animi. Sono comunque avvenimenti che non dovrebbero mai accadere. Questa sera alla riunione di comitato decideremo cosa fare...”.

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