Il 19enne costretto a rimpatriare in Ucraina scrive su Instagram: "Ho visto tutti i messaggi e le foto. Non so cosa dire, grazie mille"
KIEV – Mark, lo studente della CSIA rimpatriato in Ucraina coi suoi genitori, è comunque in contatto con i compagni e con gli amici, tra cui molti hanno manifestato per cercare di aiutarlo e farlo rimanere in Ticino (la petizione a suo favore ha raccolto 3'685 firme).
Il ragazzo ha ringraziato chi è andato fuori dalla Stampa per lui. “Vi ho visti, ho visto tutti i ragazzi ma mi teneva giù la testa lo sbirro”, ha scritto, parlando di “un inferno, inimmaginabile”.
“Ci hanno portato sull'aereo ammanettati come animali, con mio padre legato alla sedia a rotelle con la camicia di forza. Ed è un diabetico di 40 anni", ha aggiunto.
Una versione con cui, interpellato da La Regione, non concorda Stefano Laffranchini, direttore delle strutture carcerarie ticinesi, che ha spiegato come tutto sia videosorvegliato e che i fatti denunciato non siano avvenuti.
Ad ogni modo il giovane è rimasto commosso dalle manifestazioni d'affetto e in una Instagram Storie lo ha ribadito. "Ho visto i messaggi, tutte le foto, sentito i vocali, grazie mille, non so davvero cosa dire. Non ci credo che l'avete fatto per me, non pensavo che delle persone a cui non ho mai rivolto la parola avrebbero fatto qualcosa di simile".