Il 19enne costretto al rimpatrio si rivolge agli amici dai social: "Io queste cose le ho già viste nel mio Paese. E i giovani che protestano, da noi, vengono sparati dalla Polizia"
UCRAINA – Mark e la sua famiglia sono stati ormai rimpatriati in Ucraina da due giorni. Immacolata Rezzonico, legale del 19enne, ha confermato a Ticinonews che il Comitato dei diritti dell'infanzia esaminerà il ricorso presentato contro la decisione di rinvio e ha inviato una richiesta di chiarimenti alla Svizzera.
Dopo aver raccontato su Instagram di aver passati momenti di "inferno inimmaginabile", il giovane ucraino si è nuovamente rivolto ad amici e conoscenti che in queste ore lo stanno riempiendo di messaggi d'affetto e solidarietà. "Sono a Kiev – racconta in una stories –, la nostra capitale e fa freddissimo. Volevo dirvi una cosa che sto pensando da tutto il giorno".
"Se voi lottate per i diritti degli immigrati, per favore lasciate perdere adesso. Se voi lottate invece per me come persona, per i miei diritti, allora continuate e non fermatevi perché io non mi fermerò davanti a questa cosa. Perché vi sto dicendo queste cose? Perché tutto questo, delle rivoluzioni del genere io le ho già viste qui in Ucraina".
Mark spiega: "È successo che i giovani come me, come voi, usciti a protestare per i propri diritti sono stati sparati dalla Polizia. Pensateci ragazzi perché io non vi voglio morti, ma proprio per niente. Vi voglio sani, salvi e voglio vedervi la prossima volta. Non ho ancora detto nulla di come ci hanno trattati, ma voi non avete idea. Domani (oggi per chi legge ndr) racconto tutto. Restate aggiornati perché rimarrete scioccati".