CRONACA
Il Ministero scoppia! Andrea Pagani lancia l'allarme rosso: "La situazione è molto preoccupante"
Il Procuratore Generale esterna, senza giri di parole, tutta la sua apprensione sulle difficoltà della Procura: "Serve forza lavoro. In tempi brevi"

LUGANO - Andrea Pagani lancia l’allarme rosso: “La situazione al Ministero Pubblico è molto preoccupante”. Il procuratore generale, intervistato dalla Regione, non usa giri di parole per esternare la sua apprensione a proposito delle difficoltà in cui versa la Procura.

“Nel 2019 - spiega Pagani -  per quel che riguarda unicamente la voce entrate, i procedimenti penali che abbiamo aperto hanno segnato un incremento di oltre il dieci per cento rispetto alla media degli ultimi otto, nove anni. (…). L’altro dato saliente, e paradossale allo stesso tempo, è che il Ministero pubblico lo scorso anno ha aumentato la propria produttività”. Insomma, nonostante al Ministero si sia lavorato di più, le giacenze continua a crescere.

“Alla fine del 2019 - snocciola i numeri il PG - gli incarti pendenti erano complessivamente 7’900 circa (compresi quelli sospesi, poiché ad esempio l’autore o gli autori del reato sono ignoti o di ignota dimora). Sono aumentati di un migliaio. Quasi ottomila arretrati: incarti, datati e meno datati, non ancora decisi. Tra quelle risultanti a fine 2018 e quelle risultanti al 31 dicembre dell’anno scorso, abbiamo registrato una crescita di circa 1’400 giacenze. Insomma, la nave continua a imbarcare acqua nonostante gli sforzi per toglierla”.

A fronte di questa situazione, per Andrea Pagani la soluzione principale è una: aumentare la forza lavoro. Sul tavolo ci sono due proposte: il Governo vorrebbe dotare il Ministero di un nuovo procuratore, un’iniziativa del PLR chiede invece la nomina di quattro sostituti. Pagani preferisce la seconda.

“Se come spero - dichiara ancora alla Regione - il Gran Consiglio opterà per i quattro sostituti pp, dando loro la competenza di promuovere l’accusa davanti alla Pretura penale e alla Corte delle Assise correzionali, potrebbero smaltire parecchio lavoro nel cosiddetto penale minore che ora grava sui procuratori. Nel 2019, per esempio, sono stati emessi circa 279 atti di accusa, ma ‘solo’ una novantina erano da Corte delle Assise criminali. I sostituti stilerebbero anche decreti: d’accusa, di non luogo e d’abbandono. Dato l’elevato numero di casi che seguirebbero e di decisioni che prenderebbero, quattro sostituti procuratori – magistrati fondamentalmente autonomi nella loro attività – sarebbero meglio di un procuratore. Il mio auspicio è che al momento del rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico da parte del Gran Consiglio, alla fine di quest’anno, il potenziamento con i quattro sostituti procuratori sia già tradotto in legge, nella Legge sull’organizzazione giudiziaria(...). Per farla breve, al Ministero pubblico ticinese serve forza lavoro in più. In tempi rapidi.”.

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