Il medico cantonale fa il punto della situazione: "Potrebbe essere il primo caso di contagio avvenuto in Ticino. Al momento nessuna nuova restrizione. Tra le 35 e le 40 persone aspettano l'esito del test"
LUGANO - È ricoverato in terapia intensiva alla clinica Moncucco il secondo paziente ticinese trovato positivo al Coronavirus. Lo ha confermato ai microfoni di Teleticino il Medico cantonale Giorgio Merlani.
L’uomo, di circa 80 anni, è arrivato ieri al Pronto soccorso della Clinica Luganese dove è stato accolto con le misure di protezione previste dal protocollo che hanno permesso di evitare qualsiasi contatto non protetto. Il paziente è stato subito posto in isolamento.
“Questo paziente - ha spiegato Merlani all'emittente di Melide - è più anziano del primo e ha un quadro clinico con delle patologie pregresse. Ora si trova ricoverato in terapia intensiva e la sua condizione è seria”. Un paziente dunque assai più delicato rispetto al primo, già dimesso, che non ha mai destato particolari preoccupazioni circa il quadro clinico.
Un altro aspetto importante il medico cantonale lo ha riferito alla RSI: "“Il paziente è poco mobile e non ha fatto viaggi all’estero. Non è stato quindi in Lombardia. Stiamo cercando di chiarire l’origine del contagio attraverso l’indagine ambientale, con i suoi stretti contatti. Non è quindi da escludere che sia il primo caso da contagio avvenuto sul territorio ticinese”.
Il medico cantonale, ai microfoni di Teleticino, ha fornito aggiornamenti anche sulla situazione dei cittadini in attesa di riscontro: “Tra le 35 e le 40 persone aspettano il responso del test. Dall’inizio della crisi in Ticino sono stati effettuati oltre 100 tamponi, con due soli casi positivi”. Ma in quale caso viene fatto il famigerato tampone? "Se un paziente presenta febbre, sintomi respiratori gravi o in caso di polmonite accertata". Quindi potrebbero esserci persone a casa, con dei leggeri sintomi influenzali, che hanno contratto il Coronavirus e non lo sapranno mai? "Prima facevamo il tampone solo a chi era stato in Cina. Ora abbiamo allargato un po' le indagini. Ma è possibile che vi siano persone con dei sintomi leggeri che hanno contratto il virus o anche persone asintomatiche. D'altra parte non possiamo fare il test a tutta la popolazione".
Quanto alle persone in quarantena Merlani ha precisato che sono cinque quelle legate al primo caso, tutte risultate negative al test, mentre altre sette sono quelle legate al secondo caso.
Infine, il medico cantonale ha escluso nuove misure restrittive per il momento: “La gente deve abituarsi piano piano alla situazione e noi dobbiamo adottare i provvedimenti in base all’evoluzione dei casi”.