CRONACA
Coronavirus: ecco la politica del tampone in Ticino
Ieri il medico cantonale ha inviato a tutti i medici un aggiornamento delle disposizioni per fronteggiare l'emergenza

BELLINZONA - Ecco la politica del tampone in Ticino. Ieri il medico cantonale ha inviato ieri, 8 marzo, una nuova circolare ai medici ticinesi, con le disposizioni per la gestione dell’emergenza Coronavirus. L’aumento dei casi ha imposto infatti un adattamento delle procedure.

Tra le direttive emanate da Giorgio Merlani, ci sono anche quelle che riguardano il test. È fondamentale che i medici che operano sul territorio, raccomanda il medico cantonale, individuino i soggetti a maggior rischio d’infezione grave da Covid-19 o di complicazioni, che sono come noto gli over 65 e le persone affette da malattie croniche come ipertensione, diabete, problemi cardiovascolari, respirato o che indeboliscono il sistema immunitario.

Nella circolare vengono indicati i criteri per effettuare il tampone. Merlani, scrive, che “sono sottoposti al test solo i pazienti con: sintomi respiratori acuti (tosse) e farebbe superiore ai 38 gradi”, oppure coloro che presentano uno dei seguenti criteri: sintomi gravi, tali da determinare il ricovero ospedaliero; persone a maggior rischio di complicazioni (malati e anziani, ndr); operatori sanitari che lavorano in una struttura stazionaria o ambulatoriale , personale di istituti sociosanitari, in primis ovviamente chi lavora in casa anziani.

Naturalmente quello di Giorgio Merlani non è un diktat ai medici di famiglia chiamati ad effettuare i test. Il medico cantonale lo precisa sottolineando la facoltà dei dottori di valutare i singoli casi. Lo scopo dichiarato è quello di di limitare il ricorso a sistemi e strutture sanitarie per il solo fatto di essere risultati positivi al test. E di non mettere sotto eccessiva pressione i laboratori di analisi.

Per quanto riguarda i contatti stretti delle persone che hanno contratto il virus, come già detto ieri in conferenza stampa, il medico cantonale raccomanda un autoquarantena volontaria a casa di almeno 5 giorni, precisando che nella maggior parte dei casi i sintomi compaiono entro questo periodo.   

In Ticino, insomma, si sceglie una quarantena ridotta rispetto all’Italia, dove ancora oggi, a coloro che sono stati in contatto con persone contagiate, si chiedono 14 giorni d’isolamento, oppure per chi si sposta dalle Regioni a rischino nel resto della Penisola.

AELLE/emmebi

 

 

 

 

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