Il Movimento di via Monte Boglia: "Situazione insostenibile. La priorità del CF è la salute dei cittadini oppure gli interessi di certa economia?"
*Comunicato Lega dei Ticinesi
A causa dell’emergenza coronavirus, ieri sera l’intera Italia (non più solo la Lombardia ed alcune provincie) è stata dichiarata “zona protetta” all’interno della quale gli spostamenti si possono effettuare solo in caso di comprovata necessità. Il numero di contagi e di decessi nella vicina Penisola continua a salire: l’Italia dopo la Cina è il paese con il numero più elevato di morti causa coronavirus.
Però il Consiglio federale sta a guardare. In Ticino – che, lo ricordiamo al CF, dal momento che sembra essersene dimenticato – fa parte della Svizzera, entrano liberamente dall’Italia, senza alcun freno, 70mila frontalieri (45mila dei quali lavorano nel terziario). Ed intanto alcuni ambienti economici, preoccupati solo delle proprie saccocce e del tutto indifferenti all’emergenza di salute pubblica, esultano senza vergogna perché tutti i frontalieri possono entrare indisturbati nel nostro Cantone.
La situazione è insostenibile. Le visite negli ospedali e nelle case anziani ticinesi sono state vietate, verosimilmente si arriverà presto alla chiusura delle scuole, ed è anche probabile che gli anziani si dirà di non uscire di casa per evitare il contagio. Però le frontiere con l’Italia restano scandalosamente spalancate! E, in sprezzo del ridicolo, il Consigliere federale Berset ha il coraggio di sostenere pubblicamente che “il virus non si ferma ai confini”.
Il virus non si sposta da solo: lo fa portato da persone contagiate. Se le persone in arrivo dalle zone rosse vengono fermate al confine, il contagio si interrompe!
Intanto, mentre un Consiglio federale asservito a Bruxelles per il quale il pedissequo rispetto di accordi internazionali deleteri e fallimentari come quello sulla libera circolazione delle persone e quello di Schengen è più importante della salute dei cittadini, rifiuta colpevolmente di prendere misure al confine urgenti ed indispensabili, l’Austria, Stato membro UE, richiama in patria i propri concittadini.
Qual è la priorità del CF? La salute dei cittadini, oppure gli interessi di certa economia che ha licenziato ticinesi per assumere frontalieri ed adesso si preoccupa solo delle proprie saccocce?
I Ticinesi, a causa della contiguità con l’Italia in regime di frontiere spalancate, già vengono invitati da parecchi datori di lavoro d’Oltregottardo a rimanere a casa, in quanto considerati a rischio.
ADESSO BASTA! Il Consiglio federale deve immediatamente dichiarare ed applicare il divieto di entrata in Svizzera per tutti i cittadini residenti in Italia almeno per due settimane. Con l’unica eccezione dei frontalieri indispensabili al funzionamento del sistema sanitario ticinese che sono disposti ad alloggiare in Ticino onde evitare di rientrare quotidianamente in zone ad alto rischio di contagio.
Oppure l’intenzione del Consiglio federale è quella di lasciare spalancate le frontiere con l’Italia, trasformare il Ticino nella Lombardia della Svizzera e poi isolare il nostro Cantone dal resto del Paese, spostando quindi il confine nazionale al Gottardo?
Se il Consiglio federale non è in grado di chiudere le frontiere nei termini sopra indicati, può fare solo una cosa: ammettere la propria inutilità ed incapacità e dimettersi in blocco.
Il Governo cantonale ha già dimostrato di essere pronto a supplire all’inefficienza federale predisponendo i controlli di polizia al confine. Se anche in questo caso l’atteggiamento di Berna non muta, ci attendiamo forti reazioni da parte del Consiglio di Stato che ha a cuore la salute dei Ticinesi.
Infatti, non serve a nulla imporre restrizioni sempre più pesanti ai residenti se poi le frontiere sulle zone rosse rimangono spalancate!