Il vicepresidente della Croce Rossa cinese Sun Shuopeng interviene davanti alla stampa con il Governatore Fontana. E anche dal Ticino Marco Jermini chiede misure più stringenti
MILANO - Parole forti, inequivocabili, preziose, perché sono state espresse da chi ha per primo combattuto e vinto la battaglia contro il Coronavirus.
Il vicepresidente della Croce Rossa cinese, Sun Shuopeng, giunto a Milano per aiutare la Regione Lombardia a contrastare il Covid 19, ci ha messo poco tempo a capire quali sono ancora i problemi del nord Italia nel contrasto alla malattia.
“Qui - ha spiegato Shuopeng, in una conferenza stampa accanto al Governatore Fontana - non avete misure abbastanza severe, c’è gente in strada e i trasporti pubblici funzionano. Ci sono ancora cene e feste negli hotel e non state indossando le mascherine. Bisogna fermare tutte le attività economiche, tutti devono stare a casa, tutti devono dare il loro contributo”.
“La vita delle persone - ha aggiunto - è la cosa più importante, non abbiamo una seconda scelta di fronte alla vita. Se vengono aumentate le misure di quarantena è più facile trovare le persone esposte che possono avere un trattamento migliore”.
L’esempio, ha concluso Shupeng, è quello di Wuhan, dove “gli ospedali hanno potuto iniziare a trattare i pazienti e ridurre il numero delle persone ammalate un mese dopo aver adottato il blocco completo”
Dopo queste parole il Governatore Fontana ha subito aggiunto di voler chiedere al Governo “provvedimenti ancora più rigorosi” di quelli finora adottati in Lombardia.
E anche in Ticino c’è chi chiede un nuovo giro di vite. Si tratta dell’ex direttore del Laboratorio cantonale Marco Jermini: “Per far fronte all'indisciplina (e all'ignoranza) che beninteso non hanno frontiere, in Italia “una delle ipotesi è la riduzione dell’orario di apertura degli alimentari e dei supermercati per impedire alle persone di stare fuori fino a tardi e consentire l’ingresso nei negozi più piccoli a una persona per volta per evitare contatti. Se anche questo non dovesse bastare, si sarebbe costretti a limitare il compito di fare la spesa e andare in farmacia a un unico componente di ogni nucleo familiare, ma si tratta di una misura estrema che il governo mira in ogni modo a scongiurare”. Io direi invece che -non importa dove, Italia o Svizzera- questa misura deve essere attuata SUBITO. L'ho detto e lo ripeto: i miei amici cinesi di Huangzhou (provincia dello Zhejiang, gemellata con Lugano e il Ticino) sono stati in casa 4 settimane e han potuto uscire di casa per fare la spesa, un membro per famiglia, una volta ogni due giorni. Impariamo dagli altri!”