Il direttore dell'Istituto di neuropatologia dell'Università di Zurigo commenta il nostro pezzo "Vergogna": "Ho nostalgia dei tempi in cui il BAG era coraggioso e indipendente dalla politica"
ZURIGO - In Svizzera interna ha giocato il ruolo dello specialista “ribelle”, alla stregua di quanto è avvenuto in Ticino con alcuni medici. Lui ha svegliato il Consiglio Federale, i nostri il Consiglio di Stato.
Il Professor Adriano Aguzzi, direttore delll’istituo di neuropatologia dell’Università di Zurigo, per giorni ha chiesto al Governo svizzero misure “all’italiana” per contrastare l’epidemia da Coronavirus. Lo ha fatto attraverso i media con interviste al vetriolo. Lo ha fatto sottoscrivendo appelli con altri ricercatori. Lo ha fatto, infine, lo scorso weekend con un video diffuso sui social in cui invitava i suoi concittadini “a stare a casa”, quando il Consiglio Federale non aveva ancora adottato restrizioni serie e nelle città della svizzera francese e tedesca è stato permesso che le persone continuassero ad andare in giro come se nulla fosse.
Ieri, all’interno del pezzo “Vergogna” (LEGGI QUI), abbiamo riportato alcune delle considerazioni che aveva espresso negli scorsi giorni. Il Professor Aguzzi ha ripreso l’articolo sulla sua pagina Facebook, rincarando la dose con nuove parole al vetriolo: “Chiunque abbia lavorato con l'Ufficio Federale della Sanità - ha scritto lo specialista - sa che vi lavorano molte persone di grande competenza, impegnate, volonterose e umili. E poi ci sono degli imbecilli che da 20 anni mascherano la loro incompetenza alzando la voce e facendo i bulli quando parlano con gli scienziati veri. Non è sorprendente che siano stati travolti da una crisi che ancora non hanno minimamente capito”. Chiaro, pur se non esplicitato direttamente, il riferimento a Daniel Koch.
“Ai tempi del Professor Thomas Zeltner il BAG (l’ufficio attualmente diretto da Pascal Strupler, ndr) - ha proseguito Aguzzi nei commenti - aveva tutta un'altra reputazione: coraggioso, competente, indipendente dalla politica. Quanta nostalgia ho di quei tempi…”.
E a chi gli ha obbiettato di essere troppo severo nei giudizi, Aguzzi ha risposto: “La gestione non poteva essere molto più catastrofica. I motivi sono spiegati con precisione nell’articolo. Nelle crisi precedenti, i funzionari che hanno agito negligentemente sono finiti in prigione.” (Vergogna, ndr.).
E oggi dalla sua pagina Facebook ha lanciato un nuovo appello: “Durante il blocco, le infezioni sono trasmesse principalmente all'interno delle famiglie. Le persone lievemente malate o positive al Covid19 devono avere l'opportunità di essere isolate per proteggere la propria famiglia, anche se non hanno bisogno di essere ricoverate. Gli hotel sono tutti vuoti al momento. I governi cantonali devono controllare tutti gli hotel e usarli per la quarantena!”. Con appello finale a telefonare e scrivere ai politici. Un’idea da considerare anche in Ticino?