La cognata del parapendista disperso parla dello stato d'animo della famiglia. I due figli dell'uomo sono ancora troppo piccoli per realizzare cosa stia accadendo. "Siamo grati della solidarietà, anche se molte segnalazioni sono contrastanti"
GORDOLA – Le segnalazioni su dove potrebbe essere Reto Compagnoni si susseguono, i post che condividono la sua vicenda sono sempre di più. Per ora, ancora nulla, dopo il segnale telefonico a Someo.
“Non si si sta limitando a cercarlo in quella zona, bensì si stanno considerando tutte le regioni, anche quelle dove lui aveva già effettuato voli in passato. Fortunatamente conosce la zona, ha già compiuto quel volo”, spiega preoccupata S.C., la cognata di Reto. “Le ricerche non si concentrano su un punto preciso, perché “potrebbe essere ovunque, in Italia come in Alto Ticino”.
Sono ovviamente ore difficili per la famiglia. 35enne, Reto vola da 9 anni regolarmente, per cui è esperto. Lavora in ambito sportivo al Centro Sportivo di Tenero, la forma fisica di sicuro può essere un aiuto. “Si tratta di una persona sportiva, intraprendente, di certo quello aiuta. Oltretutto è esperto, può cavarsela”, ripete la cognata.
Il parapendista ha due figli troppo piccoli per capire davvero cosa sta accadendo. Il maggiore percepisce che c’è qualcosa di anomalo ma non precisamente che cosa. L’angoscia è tutta degli adulti. La famiglia è riunita ed è in contatto con tutti coloro che si stanno muovendo, dalla Rega alla Polizia sino al Soccorso Alpino Italiano. “Lo stiamo vivendo malissimo, non avendo notizie in più. Non si sa dove cercare, la zona è talmente vasta… arrivano tante segnalazioni sui social, spesso contrastanti, in zone diverse…”, sospira la donna.
Lo stato d’animo che prevale, aggiunge, è la confusione. “Non sappiamo bene cosa pensare, non abbiamo contatti da più di 24 ore”.
La famiglia è grata della solidarietà, anche se molte segnalazioni diverse possono creare ancora più caos.
Per contro, ossolanews riferisce come le ricerche, dopo l’aggancio telefonico di ieri a Someo, si stiano concentrando sul Ticino. "La strumentazione dei piloti è in grado di emettere un segnale di posizione ogni circa 15 minuti, e l'ultimo recepito sarebbe stato quello appunto della zona di Bognanco”, ha spiegato al sito il responsabile della Decima delegazione Valdossola del soccorso alpino civile, Matteo Gasparini. “Ora qualche elemento in più potrebbe arrivare dall'esame dei segnali del cellulare del pilota. Noi al momento abbiamo sospeso le ricerche ma restiamo in stretto contatto con il soccorso svizzero e la polizia cantonale, pronti a metterci eventualmente ancora a disposizione"