CRONACA
Giuseppe Cotti: "È vero, ho avuto un incidente, ma di lieve entità. E contesto di essermi sottratto alle verifiche"
Il municipale di Locarno: "Non posso accettare questa lettura della vicenda, che contesterò attraverso una formale opposizione al decreto di accusa"
TIPRESS

LOCARNO – Il municipale di Locarno Giuseppe Cotti ha diramato oggi un comunicato stampa in cui prende posizione in merito a un incidente stradale, di lieve entità, di cui è stato protagonista alcuni mesi fa. Per evitare speculazioni politiche sul caso, sfociato in un decreto d'accusa da parte del Ministero pubblico, il municipale spiega così l’accaduto.

"Per prevenire speculazioni e per la massima trasparenza verso la cittadinanza – si legge nella nota –  desidero
informare pubblicamente riguardo a un incidente stradale di lieve entità, nel quale sono stato coinvolto recentemente. Una sera dello scorso mese di luglio, mentre rientravo a casa, verso le 22.30 ho urtato con la mia automobile un’isola spartitraffico su via Locarno, nel Comune di Losone: l’incidente è avvenuto a causa di una disattenzione provocata dall’uso del telefonino, circostanza che è stata confermata dagli organi di polizia. Si è trattato, in base alla legge, di una lieve infrazione delle norme della circolazione".

E ancora: "Vista l’ora tarda e l’entità modesta dei danni provocati, ho deciso di avvertire il mattino seguente le autorità comunali di Losone e la Polizia comunale di Ascona, cosa che poi ho fatto. Dopo l’incidente sono rientrato a casa e mi sono messo a letto. Durante la notte ho sentito alcuni rumori fuori dalla mia abitazione: mi sono recato alla porta e ho trovato un bigliettino con il numero di telefono di un agente di polizia, che ho subito contattato. Ho quindi brevemente discusso con l’agente, il quale non ha in quel momento ritenuto di ordinare alcun accertamento. La Magistratura ha recentemente emesso nei miei confronti un decreto d’accusa, in cui mi si contesta di non aver chiamato immediatamente la polizia e di aver in tal senso eluso i provvedimenti per accertare l’attitudine alla guida".

"Non posso – spiega – accettare questa lettura della vicenda, che contesterò attraverso una formale opposizione al decreto di accusa. La mia buona fede è dimostrata dal fatto che, quella notte, ho telefonato immediatamente all’agente che era
venuto al mio domicilio: se necessario, avrei così potuto essere sottoposto entro pochi minuti a un test, dell’alito o del sangue. Sono consapevole che la distrazione alla guida è un comportamento censurabile, e mi assumo pienamente la responsabilità di quanto è accaduto: non contesterò infatti la condanna per violazione delle norme della circolazione dovuta all’uso del telefonino. Voglio però precisare che non mi sono messo al volante in stato di inattitudine – cosa della quale, comunque, non sono stato accusato – né ho cercato in alcun modo di sottrarmi ai controlli della polizia. Fino a oggi avevo deciso di non comunicare pubblicamente su questa vicenda, per rispetto delle autorità inquirenti e per attendere l’esito della prima fase del procedimento".

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