Il Partito Comunista interroga il Governo: "Si constatano fenomeni di "colli di bottiglia" o altre lacune nell'approvvigionamento di medicinali?"
BELLINZONA – "La carenza di farmaci, vaccini e in generale di prodotti medici è in aumento: anche in Svizzera l'approvvigionamento di medicinali non può più essere sempre garantito e, in periodo di pandemia la situazione si deteriora ulteriormente a causa dell’esplosione della domanda, anche perché la lavorazione dei principi attivi e la trasformazione in medicinali si è trasferita all’estero rendendo il nostro Paese di fatto dipendente dall’Asia". È quanto si apprende dall'interrogazione che alcuni deputati del Partito Comunista hanno inoltrato stamattina al Governo.
Ecco le domande formulate al Consiglio di Stato:
1) Attualmente in Ticino sono da constatare fenomeni “colli di bottiglia” o altre lacune nell'approvvigionamento di medicinali? Se sì di quale genere di medicinali si tratta?
2) Nel contesto di globalizzazione dei mercati e di concentrazione dell’attività produttiva, per anni nel nostro Paese il mantenimento della capacità produttiva di farmaci all’interno dei confini nazionali non è più stata ritenuta una priorità: alla luce di quanto appreso dalla pandemia, il Consiglio di Stato condivide la necessità di un deciso cambio di rotta? Se ne farà portavoce con le autorità federali?
3) Recentemente il governo del Canton Argovia ha dichiarato in buona sostanza che la sicurezza dell'approvvigionamento di sostanze attive essenziali, medicinali e prodotti medici costituisce un elemento di preoccupazione. Preso atto della situazione nazionale e della nostra realtà cantonale, anche il Consiglio di Stato ticinese condivide il sentimento di preoccupazione dei colleghi di Argovia Ritiene di doversi attivare? Come si pensa di poter affrontare la situazione?
4) Per quanto concerne le gare d’appalto per la fornitura di medicamenti agli ospedali: fino a che punto il prezzo conta di più rispetto al luogo di produzione (nell’ottica di favorire la produzione nel nostro Cantone o perlomeno in Svizzera)? Qual è la posizione del Consiglio di Stato in merito?
5) Come si affronta la perdita di interesse da parte delle aziende farmaceutiche svizzere nel produrre farmaci ritenuti poco redditizi? E’ ipotizzabile una produzione farmaceutica in mano allo Stato (Confederazione e Cantoni), ad esempio tramite un’estensione dei compiti di quella che oggi è la Farmacia dell’esercito? Il Canton Ticino intende farsene promotore?
6) Problemi nell’approvvigionamento si sono riscontrati anche per quanto concerne le mascherine. Se oggi questi sembrano essere stati risolti, resta un problema circa i prezzi troppo elevati delle stesse, soprattutto di quelle FFP2 e FFP3. Non ritiene il governo di doverne offrire gratuitamente almeno ad alcune fasce della popolazione, ad esempio nelle scuole? Non ritiene che un bene che è diventato di prima necessità debba essere posto sotto controllo pubblico per evitare che i prezzi per i cittadini siano vittime di fenomeni speculativi o di fluttuazioni di mercato?
7) Sulla base dei parametri raccolti durante la prima ondata della pandemia, quali sono oggi le direttive per i partner sanitari in quanto a scorte di materiale. Come si controlla che ciò sia effettivamente rispettato anche dai privati?