CRONACA
MI-TI-CI, un'associazione contro gli abusi sulle donne e minori. 'Manga': "In Ticino troppi casi. Noi bikers dal cuore grande"
Il presidente dell'associazione: "Noi ci siamo sempre e in qualsiasi situazione. Le donne un valore aggiunto per noi"

TICINO – Gli abusi su donne e minori sono sempre più presenti anche in Ticino. Un problema che ci mette con le spalle al muro perché spesso emerge a ‘cose fatte’. Nel nostro Cantone, però, c’è chi cerca di prevenirli e contrastarli. Parliamo dell’Associazione MI-TI-CI Against Abuse, nata lo scorso anno da un gruppo di biker su volontà del presidente ‘Manga’, il ‘nickname’ utilizzato per garantire la privacy. Con lui abbiamo scambiato due chiacchiere per meglio conoscere l’associazione e il suo nobile scopo.

Presidente, cosa vi ha spinto a creare un’associazione di questo genere?

“Innanzitutto grazie della possibilità concessaci. Tutto nasce dai troppi casi che iniziavano a presentarsi in Ticino, di cui si veniva a conoscenza tramite tv o carta stampata e spesso ad eventi accaduti o a situazioni irreparabili. Cosi, con un gruppo di Amici Bikers, ci siamo trovati e abbiamo iniziato a valutare alcune soluzioni, perché, per noi un bambino non deve vivere nell’ombra o nel terrore. Stessa cosa vale per la donna, che merita solo il massimo rispetto…Cosi è nata MI-TI-CI Against Abuse, un progetto sociale importante al quale, abbiamo lavorato per due anni e che ci riempie di orgoglio. La nostra missione è quella di sostenere e accompagnare donne e minori, vittime di abusi, in un percorso di reinserimento sociale, operando in tutto il Canton Ticino”.

Da cosa nasce il nome MI-TI-CI?

“MI-TI-CI era un acronimo creato dalla mia compagna, una cosa “personalissima” tant’è che avevamo fatto una patch nostra. Quando con i miei collaboratori abbiamo deciso di fondare l’associazione si è presentato la problematica del nome si è scelto all’ unanimità MI-TI-CI, che abbiamo subito fatto nostro anche nel suo significato rivolto alle vittime di abusi, ovvero: MI ritroverò-TI ritroveremo- CI troverai, sempre!”.

Biker con un grande cuore...è così che possiamo definirvi?

“In effetti spesso la figura del motociclista viene “distorta”. A molti facciamo paura, siamo vestiti di nero, indossiamo immagini forti e possiamo sembrare trasandati, ma nel profondo pulsa un cuore grande. Considera che siamo tutti volontari e mettiamo a disposizione il nostro tempo libero, le nostre moto e non, per affiancare, senza ostacolare o interporsi le Istituzioni, i Servizi Sociali, i Sindaci, i Direttori delle scuole e le forze dell'ordine, in queste “azioni di supporto” e far tornare il sorriso sul volto delle vittime di abusi, che siano donne o minori. Potevo risponderti semplicemente con un “siamo bikers”...tu hai aggiunto con un grande cuore e a noi fa molto piacere”.

Nell’associazione ci sono anche tante donne...un valore aggiunto per voi?

“Si, per svariati motivi... il progetto nasce da un’idea mia, della mia compagna Pisola e della mia Vice Blondie. Attualmente, tra i “membri operativi”, abbiamo in totale cinque donne, oltre a Pisola e Blondie abbiamo anche Dart1, Fenice e Tantaroba, un valore aggiunto importantissimo per sensibilità e amore verso i piccoli angeli, inoltre in casi di “sostegno e accompagnamento” di una donna un operativo femminile serve sempre, soprattutto, nel momento della “rivelazione” delle possibili aggressioni subite, in questi casi una donna parla con più facilità con una figura simile. Inoltre, la figura femminile, al nostro interno, è basilare anche noi “uomini” possiamo crollare davanti ai racconti di tanta crudeltà… Poi sono state anche brave a scegliere gli abbinamenti cromatici dei nostri gilet e del nostro merchandising”.

Quale la vostra missione di tutti i giorni nello specifico?

“Innanzitutto utilizziamo la moto, se mi passi il termine, proprio come “mezzo di lavoro”.. poi devi considerare che verso i bambini/e la moto ha sempre un certo fascino, siamo un po dei cavalieri del nuovo millennio sopra un destriero di ferro! Gli abusi sono molteplici, sui minori ci sono il bullismo scolastico, i maltrattamenti tra le mura domestiche o i veri e propri abusi sessuali, mentre per le donne si spazia dagli abusi tra le mura domestiche, agli abusi psicologici, alle vittime di stalking fino agli abusi fisici e sessuali. Un bel da fare, quindi, per questo al nostro interno abbiamo il supporto di alcuni psicologi che seguono noi e anche i nostri angeli. Una volta preso l’incarico, arrivato da diversi canali (Servizi Sociali, Direttore scolastico o da privato cittadino), in accordo con la famiglia (se si tratta di minore) o con la donna stessa, ci presentiamo da loro, ascoltiamo e iniziamo a programmare le “azioni di supporto” che possono essere svariate, dall’accompagnamento a distanza per fare la spesa, per andare a scuola o anche semplicemente per andare al parco giochi... ci siamo sempre, siamo inoltre addestrati per essere l’ultima barriera tra la vittima e l’aggressore, perché può succedere anche questo. Il progetto è importantissimo e grande. Nel prossimo futuro, appena le finanze lo permetteranno, perché rammento che siamo volontari e abbiamo bisogno del sostegno di tutti, partirà una campagna di affissioni in tutto il Ticino con alcune immagini forti e il nostro logo, che la popolazione vede già sui nostri gilet e sulla macchina ufficiale che gira spesso; per chiedere aiuto è sufficiente fermarci e parlarci, noi ci siamo sempre”.

Il vostro è stato un anno non facile, ma non avete fatto mancare l’aiuto a chi ne necessita...

“Il Covid-19 ha reso e sta rendendo tutto più’ difficile. Effettivamente non abbiamo potuto fare le nostre presentazioni alla popolazione e alle Istituzioni. L’intenzione era di andare nei principali Comuni e rendere attenti i Sindaci del fatto che ci siamo. L’unica presentazione che siamo riusciti a farla prima del lockdown al Comune di Lugano dove il Sindaco avv. Marco Borradori ci ha accolto, ascoltato e appoggiato la nostra iniziativa.Ma sinceramente non basta, abbiamo la necessità di farci conoscere affinché le vittime sappiano a chi eventualmente rivolgersi, dobbiamo far sapere che ci siamo e che su di noi possono contare. Considera che al momento c’è ancora tanto sottobosco, molti si vergognano o hanno paura di rivelare il dramma che stanno vivendo, noi non giudichiamo nessuno, anzi, aiutiamo e basta. Ma la pandemia non ci ha fermato e nemmeno la neve, siamo stati operativi e lo siamo tuttora, siamo intervenuti in qualsiasi orario e con qualsiasi tempo. Le nostre moto non sono andate in letargo per l’inverno, in pratica, come hai detto tu non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno a nessuno”.

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