Il sindaco di Lugano, ascoltato in Procura con altri quattro membri del Municipio come persone informate sui fatti: "Io so cosa è successo"
LUGANO – Ieri, martedì 22 giugno, sono stati ascoltati dalla Procura i membri del Municipio di Lugano 'implicati' nella demolizione dell'ex Macello. Vale a dire tutti, tranne Cristina Zanini Barzaghi e Roberto Badaracco che si erano opposti. L'Esecutivo è stato ascoltato in contemporanea in cinque interrogatori distinti in quanto 'persone informate sui fatti'.
L'obiettivo della Magistratura è, chiaramente, quello di fare luce su quanto avvenuto la notte del 29 maggio scorso. A guidare l'inchiesta è il procuratore generale Andrea Pagani. Tra le ipotesi di reato – riferisce la RSI –, oltre alla violazione delle regole dell'arte edilizia e l'infrazione alla legge federale sulla protezione dell'ambiente, c'è anche l'abuso di autorità.
Il sindaco di Lugano Marco Borradori si è detto "tranquillo e sereno" all'uscita dall'interrogatorio fiume durato circa cinque ore. "È stato un passaggio necessario e di una certa importanza", ha detto al Corriere del Ticino. Secondo il quotidiano, non è escluso che i cinque municipali verranno risentiti in futuro per un confronto tra le versioni. "Io so cosa è successo. Confido che la giustizia faccia il suo corso, poi tireremo le somme. Ho lasciato spontaneamente i tabulati telefonici".
Pur non potendo aggiungere molto, Borradori ha specificato ai giornalisti presenti fuori dalla Procura che "noi non abbiamo demolito un bel niente. È colpa della polizia? Non sto dicendo questo. L'inchiesta stabilirà quali, e se, colpe avrà il Municipio e quali le forze dell'ordine".
Interpellato dalla RSI, il PG Andrea Pagani ha confermato che nei prossimi giorni verranno effettuati altri interrogatori.