Il Tribunale federale ha detto no all'assassino di Obino, il cui delitto 11 anni fa sconvolse il Ticino. Potrebbe riparare in Italia, ha legami affettivi ed anche il doppio passaporto: a quel punto non è detto che sarebbe estradato. E la compagna...
OBINO - Sono già passati 11 anni da un caso che sconvolse il Ticino. Un uomo, allora 32enne, a Obino uccise nel sonno la moglie incinta (e madre) per rifarsi una vita con l'amante. Da allora è in carcere e fra 5 anni potrà avere la liberazione condizionale. Ma per ora il Tribunale federale gli nega il trasferimento in una sezione carceraria aperta ed anche quello di avere un primo congedo.
Il rischio di fuga ed anche di recidiva è alto. Se solitamente si procede a cercare di aiutare i carcerati a iniziare una strada verso il reinserimento personale e professionale, in questo caso, spiega il Corriere del Ticino, difficilmente potrà avvenire. L'uomo ha anche il passaporto italiano e legami affettivi con parenti al di là del confine, per cui si pensa che tenterà di ripartire da lì.
Lui nega e di recente la sua compagna, che era frontaliera, si è trasferita in Ticino. Ha preso domicilio presso un anziano divorziato con cui non ha legami di parentela né contrattuali. Ai giudici che hanno valutato il caso sembra un appoggio momentaneo, per poi andarsene verso l'Italia col suo uomo.
Se fuggisse oltre confine, a quel punto, l'Italia secondo le normative non sarebbe obbligata a estradarlo e dunque a farlo tornare in carcere in Svizzera, data la sua doppia cittadinanza. Per ora, quindi, niente regime aperto o congedo.