Il giornalista: "Oggi la prova del nove". L'allenatore che lanciò 'Mario il piccolo': "Si vedeva che aveva qualcosa in più"
SAN PIETROBURGO – È il giorno più atteso. Dopo aver estromesso da Euro 2020 la Francia campione del mondo in carica, la Svizzera di Pektovic è attesa alle 18:00 a San Pietroburgo per affrontare la temibile Spagna in novanta (o più) minuti che valgono l’accesso alla semifinale.
Ai Quarti di finale, i rossocrociati ci arrivano con l’umore alle stelle dopo aver firmato la vittoria più bella e significativa degli ultimi anni. Ci arrivano carichi di energia nonostante la pesantezza dei tempi supplementari. Ma lo stesso discorso vale per gli spagnoli, giunti all’appuntamento dopo aver superato la Croazia dopo i tempi regolamentari.
Pektovic e i suoi sanno che alzare la cresta non porta a niente. Farla abbassare agli altri – Galletti francesi in particolare –, invece, può infondere fiducia e speranza. Perché se c’è una cosa che la ‘Nati’ ci ha insegnato è quella che nel calcio non c’è nulla di scritto. Tante volte, se non sempre, abnegazione e sacrificio hanno la meglio sul talento. E allora si procede a testa alta sognando un posto nelle migliori quattro squadre d’Europa, consapevoli che la più bella pagina di storia è ancora tutta da scrivere.
Lo sa bene anche il noto giornalista Luca Sciarini, che Svizzera e Spagna le ha seguite passo per passo in questi anni. “Stasera – dice a Liberatv – è veramente la prova del nove. Contro la Francia abbiamo fatto un exploit incredibile dimostrando al mondo quello che siamo. Ma nello sport non basta l’exploit. I grandi campioni ci insegnano che l’asticella va alzata partita dopo partita. Poi stasera si può anche perdere, per carità, ma sarà fondamentale l’attitudine. Mi piacerebbe vedere una Svizzera che se la gioca su ogni pallone non come successo contro l’Italia. Dovessimo perdere accetteremo la sconfitta. La Spagna non mi sembra imbattibile in difesa, manca un po’ d’esperienza. Davanti hanno giocatori forti e rapidi che possono farci male. Ma abbiamo avuto di fronte l’attacco più forte del mondo l’altro giorno e non dobbiamo avere paura e partire battuti”.
Della partita e di un giocatore in particolare ne abbiamo parlato anche con Basilio Columberg, ex allenatore del Locarno e del Team Ticino. Lui, insieme a ‘Gigi’ Tirapelle, fu uno dei primi ‘padri’ calcistici di quel Mario Gavranovic che, l’altra sera, ha prima pareggiato e i conti e poi realizzato il rigore decisivo valso i Quarti.
Columberg allenò Mario nell’Under 15 del FC Lugano. “Si vedeva subito – racconta – che aveva qualcosa in più. Era molto bravo a leggere le situazioni e anticiparle con la necessaria tecnica e velocità. Fisicamente era gracile, ma compensava con scaltrezza e furbizia. Lo proposi, insieme a Casanova e Tarchini, per la Nazionale ma fu scartato proprio per il deficit fisico. Cosa ho provato l’altra sera? Ero molto felice per lui. Fu l’ennesima dimostrazione che ci avevamo visto lungo (ride ndr)”.
Tornando al match con la Spagna, Columberg si aspetta “una partita accorta tatticamente come contro la Francia e una gestione della palla intelligente in attesa degli inevitabili errori che tutte le squadre commettono. Con i francesi siamo riusciti a pulire la loro supponenza. Ci si deve credere, anche se gli spagnoli, sono sicuro, non ripeteranno gli stessi errori dei transalpini”.