CRONACA
"C'era una volta in Tisin"
Questa sera a Matrioska dibattito sul "quarantotto" scoppiato nel mondo del lavoro ticinese. Ecco gli ospiti di Marco Bazzi

MELIDE - È successo “un quarantotto” nel mondo del lavoro ticinese. Ad accendere la miccia della battaglia è stata la sottoscrizione da parte di tre industrie del Mendrisiotto, rappresentate dall’associazione Ticino Manufacturing, e del neo sindacato Tisin, di un contratto collettivo con salari inferiori alla soglia fissata dalla legge approvata dal Gran Consiglio sul salario minimo: 15 franchi all’ora anziché 19.

L’iniziativa costituzionale dei Verdi, approvata dal popolo, fornisce questa opzione indicando come il minimo salariale si applichi solo a quelle realtà che non sottoscrivono un CCL. Secondo chi si oppone, appoggiarsi a questa norma iscritta nella Costituzione, equivale ad aggirare e a tradire lo spirito dell’iniziativa. Secondo i favorevoli si tratta invece di un’operazione fatta nel pieno rispetto della legge e già sfruttata da altre aziende e dai sindacati storici.

UNIA e OCST sono saliti sugli scudi per protestare contro questo accordo. Le due organizzazioni sindacali affermano che Tisin “è un’organizzazione farlocca” al servizio degli imprenditori, oltre ad essere "una creatura della Lega dei Ticinesi, un partito che si è costruito politicamente istigando la popolazione ticinese contro i frontalieri additandoli come la causa di tutti i mali”. mentre oggi, sostengono i sindacati storici, “mostrano con chiarezza la loro faccia schierandosi al fianco dei peggiori padroni che circolano in Ticino, promuovendo il dumping salariale e sociale”. Nel comitato di Tisin siedono infatti il capogruppo della Lega Boris Bignasca e la vicecapogruppo Sabrina Aldi.

Pronta la replica del presidente di Tisin Nando Ceruso, ex storico sindacalista dell’OCST: “Tisn ha rotto una situazione di monopolio e questo dà fastidio. In passato, e anche negli ultimi tempi, i sindacati storici hanno firmato un sacco di contratti che prevedono retribuzioni inferiori a quello che sarà il salario minimo. Ma finché lo facevano loro andava tutto bene, se lo fa qualcun altro è uno scandalo, un affronto”. E quanto alla presenza dei due esponenti leghisti, Ceruso taglia corto: “Mi sembrano molto più politicizzati gli altri sindacati. E non fatemi parlare di quei sindacalisti- parlamentari che hanno approvato il salario minimo ben sapendo che la legge prevedeva uno spiraglio e ora si indignano perché non sono stati loro ad approfittarne”.

Intanto anche una parte della politica insorge contro Tisin, in particolare il centrosinistra. Duro il commento dal presidente del Governo Manuele Bertoli:  “Se si conferma la storia come l’abbiamo potuta leggere, credo sia effettivamente una modalità per aggirare la legge che poco si può accettare. Bisogna capire se i contrati sono regolari. Secondo me è problematico anche perché tra gli autori di questo potenziale raggiro ci sono persone che sono, o sono state, in politica. Il che mi pare difficilmente presentabile”.

Decisamente più sfumata l’opinione del direttore del DFE Christian Vitta, che è titolare dei dossier sul lavoro: "Era un problema che avevamo già evidenziato durante i lavori parlamentari. In un articolo si dice esplicitamente che i contratti collettivi sono esclusi dal salario minimo, perché c’erano e ci sono CCL che hanno valori inferiori. Il problema lo si vedeva già allora: era stato segnalato anche pubblicamente”. 

Oggi Tisin incontrerà la stampa per spiegare le sue ragioni e per presentare nel dettaglio il contrastatissimo contratto collettivo. Mentre ieri ha fatto sentire la sua voce Ticino Manufacturing: “Sul CCL firmato con Tisin sono state mosse molte accuse prive di fondamento. Senza questo accordo, anche per via della crisi pandemica, sarebbe stato impossibile evitare licenziamenti di massa e delocalizzazioni”.

“C’era una volta in Tisin”, è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera alle 19.30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi saranno il presidente di Tisin Nando Ceruso, il segretario regionale di UNIA Giangiorgio Gargantini, il deputato PPD e sindacalista OCST Lorenzo Jelmini, il deputato UDC Paolo Pamini.

Appuntamento dunque per questa sera alle 19.30 su TeleTicino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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