Dal 2025 potrebbe esserci una penuria di elettricità. Secondo il presidente dell'Associazione delle aziende elettriche e membro della direzione di Alpiq, bisogna espandere l'idroelettrico e migliorare l'efficienza dei bacini di accumulazione
BERNA - Dall'inverno del 2025 la Svizzera potrebbe trovarsi ad affrontare una crisi energetica. Il tema è da tempo sul tavolo, seppure sempre oscurato dal Covid. Per esempio l'UDC ha più volte espresso le sue preoccupazioni.
Cosa si potrebbe fare? Ne ha parlato al SonntagsBlick il presidente dell’Associazione delle aziende elettriche svizzere (ASE) e membro della direzione di Alpiq Michael Wider.
A suo avviso, la soluzione è puntare sull'espansione dell'idrolettrico e su altre misure per aumentare la produzione in inverno, per esempio far sì che nei bacini di accumulazione resti più acqua.
Ma attenzione, parlando di idroelettrico i 15 progetti identificati da e Simonetta Sommaruga e da alcune associazioni ambientaliste non riuscirebbero a essere pronti in tempo.
Nemmeno il nucleare è una idea percorribile, prima di tutto perché è stato bocciato dal popolo, in secondo luogo perché non ci sarebbe il tempo materiale di costruire una centrale entro il 2025. Per Wider, se con le energie rinnovabili non si riuscisse a far fronte alla crisi, bisognerebbe intervenire con centrali a gas.