Questa sera a Matrioska il dibattito su tutte le questioni aperte a quasi 60 giorni dall'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina. Ecco gli ospiti
MELIDE - Mercoledì prossimo, il 20 di aprile, saranno trascorsi due mesi dall’inizio dall’aggressione della Russia all’Ucraina. Due mesi scanditi dalle bombe, dai morti e dai feriti, ma anche di mosse e contro mosse politiche e militari tra il Cremlino, Washington e Bruxelles. Con la Cina sempre sullo sfondo a tessere la sua rete d’influenza.
Ma a che punto siamo? Che cosa abbiamo capito di questa guerra a 60 giorni dal suo inizio? La scelta dell’Occidente di armare gli ucraini si sta rivelando vincente? E le sanzioni economiche stanno portando gli effetti desiderati?
La cronaca di questi giorni ci racconta che le trattative di pace sono finite nel congelatore, in attesa della grande battaglia del Donbass. I russi, che hanno certamente subito uno scacco nel nord dell’Ucraina, dopo la ritirata da Kiev si stanno riposizionando per conquistare la parte orientale del Paese. Una battaglia che si annuncia da “seconda guerra mondiale”. Sarà l’ultimo spargimento di sangue prima di negoziati di pace seri, oppure si tratta solo di un nuovo passaggio di una guerra destinata a durare?
Intanto, in Svizzera, nel weekend è arrivato il duro richiamo da parte degli Stati Uniti al nostro Paese."Vi saranno conseguenze negative se i patrimoni delle persone sanzionate non saranno trovate nelle banche svizzere”, ha detto senza troppi giri di parole l’ambasciatore Scott Miller. Affermazioni che rendono inequivocabile ciò che fino allo scorsa settimana si poteva solo supporre, circa quanto gli Stati Uniti si attendono dalla Svizzera e su quanto piccolo sia il margine d’azione del nostro Governo in questa partita.
Ieri il presidente Cassis ha annunciato la probabile adesione del nostro Paese, nei prossimi giorni, al quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia deciso dall’Unione Europea. I nostri partner, ha spiegato, si aspettano che la Svizzera sia solidale “con le democrazie occidentali per piegare l’economia russa e interrompere così la macchina della guerra”. Dichiarazioni che non mancheranno di alimentare il duro dibattito all’interno del nostro Paese, tra i neutralisti duri e puri e chi sostiene la politica del Governo.
A far discutere nello scorso fine settimana, sono state anche le dichiarazioni del presidente del PLR Thierry Burkart, che ha chiesto un avvicinamento della Svizzera alla Nato: “"E' molto improbabile - ha dichiarato Burkart - che la Svizzera sia minacciata o attaccata da qualche Stato. Se fossimo attaccati, altre parti dell'Europa occidentale sarebbero probabilmente colpite. E in tal caso, dovremmo ragionevolmente difenderci in collaborazione con altri Stati”.
Un ultimo tema, infine, che continua a scaldare gli animi in Europa, riguarda il tema della propaganda e delle fake news. La strage di Bucha è stato l’apice del confronto tra chi si fida delle ricostruzioni dei report sul campo e chi invece ne diffida fortemente, credendo alla versione del Cremlino. Come accaduto con il COVID, questa guerra segnala ancora una volta una forte spaccatura tra una parte dell’opinione pubblica e i media.
“Due mesi di guerra” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno il coordinatore dell’MPS Giuseppe Sergi, la Consigliera Nazionale PLR Anna Giacometti, il deputato leghista Andrea Censi, l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, il direttore di TeleTicino Sacha Dalcol e il giornalista Alfonso Tuor.
Appuntamento per questa sera alle 19.30 su TeleTicino.