Il carnevale chiassese pensa al futuro, dove vorrebbe puntare su una versione che sia una via di mezzo tra quella light del 2022 e quella classica. Ma non ha gradito alcune dichiarazioni dei 'colleghi' locarnesi
CHIASSO - Nebiopoli guarda al futuro. Il 2022 è stato senza dubbio un (altro) anno particolare per il mondo del carnevale. Dopo gli stop a causa del Covid, si è stati a lungo in dubbio su che cosa fare, se organizzare o no le proprie manifestazioni. Il carnevale chiassese per primo si era fatto portatore dell'idea di carnevale light, ora pensa a una forma ibrida per andare avanti. E chiede collaborazione a livello ticinese, lanciando una frecciatina a Locarno.
Nel 2022 si è tenuta una versione light. Una scelta che ha pagato in termini di successo e in una nota il carnevale momò fa sapere che è stata positiva anche per i conti. "Molte scelte ben ponderate e strategie vincenti, la forte collaborazione con la città e soprattutto la dimostrazione di quanto la gente di tutto il Cantone voglia bene al Nebiopoli. Il lavoro da fare è ancora molto per poter affermare che la crisi economica è ormai alle spalle, ma si è ad un buon punto di questo cammino. Anche l’edizione 2022 registra un utile nella ragione di una decina di migliaia di franchi e lo fa in virtù anche dell’importante distribuzione di ingaggi a tutti quei gruppi, carri e guggen che hanno comunque aderito al Nebiopoli 2022 in forma non classica. Il Comitato Direttivo è fiero di avere distribuito quasi CHF 10 mila di ingaggi al mondo del carnevale, importi molto importanti per la sopravvivenza di molti di questi gruppi", si legge.
In merito alla versione light, essa "però cela sia l’entusiasmo della gente nel vivere qualcosa di diverso ma anche la preoccupazione dell’organizzatore nel gestire un evento di questa tipologia “a porte aperte” con tutti i rischi che ciò ne consegue dal lato dell’ordine pubblico". Ma per il futuro "non possiamo sentirci tranquilli a pensare il carnevale in futuro in questa modalità e ragioneremo comunque su delle vie di mezzo tra la classica forma e quanto messo in vigore per il 2022. Una cosa è certa, la grande collaborazione con gli esercizi della città è stata motivo di orgoglio e sarà una base per la gestione dell’evento in futuro, e soprattutto per fare crescere ulteriormente il Nebiopoli".
Consapevoli di essere stati i primi a spingere per una versione light, una formula rivelatasi vincente, i chiassesi vorrebbero porsi un po' come guida. La macchina organizzativa è già in moto. "Un nuovo punto della situazione è previsto in autunno con le autorità Comunali e Cantonali, ma l’idea è quella come già fatto per il 2022 di “tenere duro il più possibile”, nel caso in cui tuttavia la situazione pandemica dovesse peggiorare nel corso dell’inverno si opterà questa volta per spostare di qualche settimana, o forse anche di uno o due mesi, l’intera manifestazione programmata però nella sua interezza". Insomma, non si sa mai.
Infine Nebiopoli ce l'ha col carnevale di Locarno: "Non sono state ben digerite dal Comitato Nebiopoli le recenti dichiarazioni alla stampa del presidente del carnevale di Locarno di voler svolgere il carnevale nelle nostre date. Nebiopoli ha voluto intraprendere una scelta coraggiosa per potersi ritagliare un suo spazio, e lo ha fatto senza creare concorrenza a nessun carnevale della Svizzera Italiana. È stata una decisione difficile da prendere presa anche per il bene del carnevale ticinese che avrebbe risentito della scomparsa di un carnevale importante come il Nebiopoli. Sentirci oggi dire da Locarno della strategia di spostare la loro manifestazione nel nostro weekend proponendo un corteo alla domenica (il giorno successivo al nostro) significherebbe tornare in futuro a doversi “combattere” gruppi e guggen esattamente come succedeva con Rabadan. Siamo consci dei problemi del carnevale di Locarno ma la soluzione
non può essere quella di fare concorrenza al Nebiopoli con così tanta leggerezza, speriamo che il Municipio di Locarno e che il Comitato del carnevale di Locarno abbiano a riflettere su questa situazione. Ci piacerebbe vedere un Ticino più unito e con voglia di collaborare".