CRONACA
Aumenta il numero di reati commessi dai giovani in Svizzera
La delinquenza giovanile in netto aumento rispetto alla precedente indagine condotta nel 2013

BERNA – In Svizzera è in aumento il numero di adolescenti che ammettono di aver commesso almeno un reato nella loro vita. I furti di merci nei negozi risultano in testa, davanti al porto illegale di armi e ai vandalismi. Le risse sono gli atti di violenza citati più spesso.

Sono alcuni dati che emergono dalla pubblicazione odierna del quarto studio internazionale sull'autosegnalazione della delinquenza («International Self-Report Delinquency Study») condotto in 49 Paesi. In Svizzera l'indagine è stata condotta tra maggio e luglio del 2021 in 24 cantoni. Le Scuole universitarie di scienze applicate di Friburgo (HETS) e di Zurigo (ZHAW) hanno mandato un questionario a 11.019 scolari, la maggior parte dei quali aveva tra i 14 e i 15 anni.

Rispetto alla precedente indagine del 2013 sono aumentate sia la delinquenza giovanile sia le esperienze di vittimizzazione riportate dagli adolescenti. Questo risultato è rafforzato dal fatto che gli adolescenti sono molto più propensi a parlare dei propri reati rispetto agli adulti, sottolineano le due università.

Il taccheggio è il reato più frequentemente citato (15%) dagli adolescenti intervistati. Il 10,3% ha ammesso di portare con sé armi da fuoco, manganelli, coltelli o altre armi proibite. Gli atti di vandalismo hanno interessato il 9,4% dei giovani e lo spaccio di droga il 5,5%. Sono invece risultati rari, i furti con scasso (1,5%) e i furti d'auto (1,1%).

Il 6,4% degli interpellati ha detto di aver partecipato ad una rissa nell'anno precedente l'indagine. Il 2,6% ha ammesso di aver aggredito e ferito seriamente una persona. E l'1,3% ha commesso una rapina, a mano armata o con violenze e minacce.

Online, il 5% ha commesso crimini di odio, il 2,9% ha inviato foto intime contro la volontà delle vittime. Le truffe e la pirateria in rete hanno interessato il 2,7% dei giovani intervistati.

Complessivamente il 5% degli adolescenti intervistati è stato responsabile del 76% dei reati denunciati. Questi giovani recidivi commettono in media 66 reati all'anno. Come misura preventiva, gli autori dello studio invitano a identificarli e a sottoporli precocemente un trattamento terapeutico.

La quota di maschi tra i giovani delinquenti è significativamente più alta di quella delle ragazze, in particolare per quanto riguarda la violenza e il furto. Per tutti i reati segnalati sono inoltre sovrarappresentati gli adolescenti figli di immigrati. Tuttavia questa differenza relativa all'origine viene meno se si tiene conto della situazione socioeconomica e di fattori quali la violenza domestica o il fatto di vivere in quartieri problematici. Nella Svizzera francese, furti nei negozi, risse, pirateria informatica, porto illegale di armi di adolescenti sono più frequenti che nella Svizzera tedesca e in Ticino. Quest'ultima regione spicca invece per i graffiti. I giovani delinquenti della Svizzera tedesca sono invece più attivi nel traffico di droga e nei crimini d'odio online rispetto ai romandi.

Riguardo alla vittimizzazione, il 25,4% dei giovani interpellati ha riferito di aver subito furti. Il 16,2% ha riferito di violenza domestica: più spesso schiaffi, spintoni o colpi, ma per il 5% anche pugni, calci o percosse con oggetti. Il 3,7% ha denunciato una rapina o un'aggressione fisica. Il 3,2% si è descritto come vittima di crimini di odio come minacce o violenza. Il 13,8% ha ricevuto minacce sui social network. In misura minore, il 5,1% ha subito molestie sessuali online. I maschi sono più spesso vittime di crimini violenti. Le ragazze si trovano particolarmente spesso ad affrontare crimini di odio su Internet, violenza domestica e molestie sessuali. I giovani con un background migratorio risultano più spesso vittime di tutti i reati complessivamente, ad eccezione delle rapine. In generale, il rischio divenire vittimizzato è più alto nella Svizzera romanda.

L'indagine pubblicata oggi è la quarta dell'«International Self-Report Delinquency Study», dopo quelle del 1992/1993, 2005/2007 e 2013. Alle precedenti ha partecipato un numero minore di Paesi.

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