CRONACA
Mondrian a testa in giù: la storia del quadro appeso al contrario
La scoperta dopo 75 anni grazie all’intuizione di un artista italiano. Capovolgere ora l’opera “New York City I” è pericoloso, potrebbe disintegrarsi

DUSSELDORF - Per 75 anni è stato appeso ed esposto al contrario il quadro “New York City I”, la più importante opera di Piet Mondrian, il pittore olandese vissuto tra il 1872 e il 1944 e fondatore del “neoplasticismo”. A riportare l’errore, Reuters e ARTnews durante la conferenza stampa alla vigilia della mostra “Mondrian Evolution” al museo K20 di Dusseldorf.

A scoprire che la celebre opera, realizzata con nastri adesivi colorati e raffigurante lo skyline stilizzato di New York, era stata capovolta, era stato l’artista italiano Francesco Visalli, che già nel settembre del 2021 aveva prontamente informato, via mail, la direttrice del museo, Annette Kruszynski, della sua intuizione. Dedito a ricerche sull’astrattismo e in particolare sull’arte di Mondrian, Visalli aveva trovato alcuni documenti utili a conoscere il modo in cui in origine era esposto il quadro.

Il primo indizio è dato da una fotografia nello studio dell'artista che era stata scattata nel 1944, poco prima della morte di Mondrian. Nell’immagine si vede il quadro sopra un cavalletto, probabilmente come l’aveva lasciata lo stesso Mondrian, e le strisce gialle, blu e nere si trovano raggruppate nella parte superiore. “Ogni opera di Mondrian - spiega Visalli - ha un suo preciso orientamento, e in generale è la posizione della firma a determinarla, in pratica non si può sbagliare. Ma, come è noto, in questa particolare opera la segnatura non è presente ed è sempre stata orientata con le linee più spesse rivolte verso il basso”.

La scoperta di Visalli consente dunque di apprezzare in modo corretto l’orientamento che Mondrian aveva pensato per la sua opera: può sembrare un dettaglio di poco conto, ma per Mondrian era fondamentale, dal momento che il bilanciamento delle linee aveva per lui non soltanto una funzione “pratica” che aveva a che fare con la percezione dell’osservatore (e dunque, secondo il modo in cui l’artista disponeva le linee, intendeva suggerire a chi osserva il dipinto certe sensazioni: tranquillità, velocità, dinamismo, turbolenza e così via), ma anche simbolica (le linee verticali, per esempio, rappresentavano il maschile e quelle orizzontali il femminile).

Eppure, per 75 anni l’opera, che è stata esposta nei più importanti musei del mondo, a iniziare dal MoMA nel 1945, è sempre stata esposta a testa in giù, e nessuno se ne è mai accorto: né le Direzioni dei musei, né i 116mila visitatori, né il figlio dell’artista.

Del medesimo parere è la storica dell’arte e curatrice di “Mondrian Evolution” Susanne Meyer-Büser, che afferma di avere altre prove oltre la fotografia scattata nello studio di Mondrian. Pensa che l'artista abbia lavorato dall'alto verso il basso, sovrapponendo accuratamente le strisce di nastro l'una sull'altra, intrecciandole insieme seguendo un metodo specifico, impresa che sarebbe stata molto più difficoltosa qualora avesse lavorato dal basso verso l'alto. Probabilmente, secondo Meyer-Büser, l’opera è stata  capovolta mentre veniva disimballata al MoMA oltre 75 anni fa, e da allora è sempre stata esposta in quel verso sbagliato. 

Verso che manterrà anche a “Mondrian Evolution”, dal momento che, come spiega la stessa curatrice: "Se giro il lavoro, rischio di distruggerlo" per cui difficilmente ora verrà capovolto. La manovra  metterebbe a rischio l’opera. Girandola, infatti, alcuni nastri già precari potrebbero staccarsi.  

 

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