Andrea Papi aveva 26 anni. Appassionato di corsa in montagna si era appena laureato in Scienze motorie. La madre: “Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno”
CALDES - Non ci sono ormai più dubbi: Andrea Papi, il runner 26enne trovato morto nei boschi sopra Caldes, in Trentino, è stato ucciso da un orso. Una vicenda che richiama alla mente Grizzly Man, il docufilm del regista tedesco Werner Herzog che racconta la storia vera dell’esploratore ambientalista Timothy Treadwell, che dal 1990 al 2003 trascorse la sua vita estiva nel Parco nazionale di Katmai, in Alaska, per vivere insieme agli orsi grizzly e proteggerli. Nell’ultima scena si vede Treadwell che con la sua telecamera inquadra l’orso poco prima di essere sbranato. Ma Papi non era un fanatico protettori di orsi. Era un ragazzo appassionato di corsa in montagna e l’orso se l’è trovato davanti senza andare a cercarlo.
La conferma che il giovane è stato ucciso da un plantigrado è arrivata dall’autopsia effettuata ieri. Ci sono quattro individui indiziati per la sua morte, verranno catturati e, una volta svolti gli accertamenti biologici per individuare l’orso killer si procederà all’abbattimento. Lo ha detto ieri sera, venerdì 7 aprile, il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. “Il primo pensiero va ai familiari della vittima per la sofferenza che stanno vivendo in queste ore - ha premesso -. Ieri la giunta provinciale non ha voluto fare dichiarazioni perché ha atteso gli esiti del lavoro delle autorità competenti. Oggi che abbiamo conoscenza di questi esiti le istituzioni devono fare il loro lavoro”.
L'autopsia, ha detto ancora Fugatti, ha “posto chiarezza sulle motivazioni che hanno portato alla morte del giovane ragazzo, motivazione da ricondursi ad aggressione da orso”. Quindi ha comunicato l’ordine di abbattimento: “La giunta ha informato le autorità competenti delle decisioni che assume a seguito di questo grave fatto. Le decisioni assunte dalla Provincia riguardano un provvedimento urgente, un intervento di rimozione di un orso pericoloso per l'incolumità e la sicurezza pubblica”.
Il dispositivo prevede “di procedere nel più breve tempo possibile all'identificazione genetica dell’esemplare che si è reso responsabile dell'incidente in oggetto e di procedere all'abbattimento dell'esemplare identificato. A tal fine - ha precisato Fugatti - eventuali esemplari catturati, indiziati di essere quelli ricercati, potranno essere custoditi momentaneamente in cattività, in attesa della conferma genetica della loro identità”.
Andrea Papi aveva 26 anni. Appassionato di corsa in montagna si era appena laureato in Scienze motorie. Viveva a Caldes non lontano dal luogo dell’aggressione, sul versante nord delle Dolomiti di Brenta. Il cadavere del ragazzo è stato rinvenuto nei boschi di Caldes nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Sarebbe stato trascinato per un centinaio di metri nel bosco dall’animale e poi lasciato lì. Sul corpo del ventiseienne ci sono i segni lasciati dall'animale, ferite di denti e di unghie. Quando è stato aggredito era ancora vivo. Secondo la dinamica ricostruita dagli inquirenti, Andrea avrebbe cercato di fuggire e di difendersi con un bastone, ma l'orso ha avuto la meglio e lo ha ucciso. Dalle ferite del giovane è stato estratto il Dna dell'esemplare che lo ha aggredito e che, dopo averlo ferito a morte, si è allontanato senza infierire sul suo corpo. Gli zoologi sottolineano a questo proposito che gli orsi in genere non mangiano gli uomini. Il killer dovrebbe essere uno dei venti esemplari che vivono in Val di Sole, ma non è escluso che possa essere uno dei 120 complessivi che si contano oggi in Trentino dopo che una ventina di anni fa è iniziato il ripopolamento con due capi catturati in Slovenia. La caccia è iniziata da parte delle guardie forestali, ma la domanda è se sarà possibile individuare l’animale che ha ucciso il giovane.
Si tratta del primo caso di morte in seguito all’attacco di un orso in Trentino, ma sulla tragedia è già polemica. Molti valligiani vivono come un incubo la presenza degli orsi: l’anno scorso il 75% della popolazione trentina si è dichiarata contraria a questi animali nella regione, ha spiegato lo zoologo Andrea Mustoni, che li reintrodusse grazie al progetto “Life Ursus”. Tra i contrari c’era anche la madre di Andrea Papi, Franca Ghirardini, che ai giornali locali ha dichiarato: “Hanno voluto il morto, ora ce l’hanno”.