CRONACA
"Brutto negro. Scimmione africano"... Intollerabili insulti razzisti alle Medie di Lugano
Vittima un ragazzino di colore. Lo sfogo della madre: "Alessandro ne soffre e ha iniziato a vedere un terapeuta. Tutto questo deve finire, anche con una denuncia se servirà”

LUGANO - “Sei un brutto negro. Sei uno scimmione africano”… LaRegione, in un articolo firmato da Simonetta Caratti, racconta oggi una squallida storia di ordinario razzismo tra adolescenti. Alessandro, 11 anni, che studia alle Medie a Lugano, riceve regolarmente insulti da alcuni compagni di classe. Semplicemente perché è un ragazzino di colore. La vicenda è documentata anche nella chat che gli studenti usano per i compiti. Il bersaglio è sempre lui: “Ale brutto negro”.

Simonetta Caratti ha raccolto la testimonianza dei genitori di Alessandro e ha visto messaggi e anche una caricatura di una donna africana con la scritta “La mamma di Ale”. “Quando hanno iniziato a insultare mia mamma, ho perso le staffe e l’ho difesa – ha raccontato il ragazzino -. Non sanno nulla di lei, mi ha fatto molto male”.

I genitori di Alessandro, il padre ticinese, la madre straniera, si sono trasferiti in Ticino qualche anno fa, prima vivevano oltre Gottardo. “Lì Ale era uno tra tanti, nessuno badava al colore della sua pelle. A Lugano si sente diverso”, hanno detto alla giornalista.

Tutto è iniziato qualche mese prima della fine della scuola. La madre ha scoperto gli attacchi razzisti verificando il cellulare del figlio. Alessandro è un bravo studente, ha belle note, ed essendo bilingue spesso aiuta i compagni. Ma a causa del colore della sua pelle é diventato il bersaglio del bulletto della classe e dei compagni che l’hanno seguito.

“Il razzismo esiste eccome – ha affermato il padre -. Sembra sempre lontano, sembra che riguardi gli altri, invece accade tra i ragazzi alle Medie a Lugano. Chi insulta mio figlio non è svizzero. È proprio vero che l’ultimo arrivato chiude la porta”.

Il padre ha contattato i genitori dell’adolescente che molesta suo figlio, i quali hanno minimizzato i fatti, promettendo però di fare qualcosa. Risultato: Alessandro è stato escluso dalla chat dei ragazzi.

Dalla scuola, il docente di classe, ha risposto che “non può controllare le chat che gli studenti creano per studiare”. A fine anno ha comunque mostrato alla classe un film dove l’eroe era un uomo di colore.

“Non vogliamo che nostro figlio sopporti ancora insulti razzisti. Ne soffre e ha iniziato a vedere un terapeuta. Tutto questo deve finire, anche con una denuncia se servirà”, ha affermato la madre di Alessandro.

 

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