CRONACA
Perché è decollato? I dubbi sul volo Malpensa-New York finito nella tempesta di grandine e costretto ad atterare a Roma
Nonostante un altro volo avesse deciso di rinunciare alla partenza a causa del maltempo, il Boeing della Delta è partito lo stesso...

MILANO - Breve cronaca di una tragedia sfiorata. Continua a far discutere la vicenda del volo Delta Air Lines, partito da Milano Malpensa e diretto a New York lo scorso 24 luglio, costretto a riparare su Roma Fiumicino poco dopo il decollo, a causa della grandine che ha danneggiato l’aereo. La domanda è semplice: c’erano le condizioni minime affinché quell’aereo potesse decollare?

Il Corriere della Sera ha cercato di dare una risposta con un’inchiesta che ricostruisce i fatti e raccoglie alcune testimonianze anonime di piloti professionisti. È mezzogiorno e mezza quando il Boeing 767-300 si muove verso la pista 35 per decollare. In quegli stessi minuti viene registrata una tempesta poco a ovest dello scalo. Un temporale che scoraggia l’equipaggio di un Airbus della easyJet a partire: il comandante, dopo aver preso visione della scansione radar, ritiene che non ci siano le condizioni minime per decollare. Ma appena quattro minuti dopo, sulla stessa pista, il volo Delta prende il volo, nonostante i dati meteorologici indichino un peggioramento della perturbazione e grandine di 5 centimetri di diametro. 

Quando il Boeing raggiunge i 6’000 metri di quota, sono circa le 13.00, si trova nel bel mezzo del temporale e la grandine danneggia parzialmente il muso, le ali, i motori e addirittura buca uno dei finestrini sul lato del comandante. I piloti lanciano la procedura di emergenza, virando verso Roma dove l’aereo atterra senza problemi alle 13.55.

Il Corsera, come detto, ha interpellato quattro piloti per raccogliere qualificata. Gli interpellati non riescono a spiegarsi la decisione del Comandante di Delta di decollare, soprattutto dopo la saggia decisione del collega di easyJet di rimanere a terra.

“Se ti ritrovi in mezzo a quella situazione significa che hai sottovalutato le conseguenze», commenta più di un pilota, ricordando che il «radome» — come si chiama la parte del muso danneggiata — è realizzato in materiale composito leggero per bloccare la raccolta dati del radar all’interno. «Se si danneggia il “radome” si mettono a rischio le operazioni — proseguono i piloti —: ci si ritrova a viaggiare tra i temporali senza poterli “vedere” perché magari il radar meteo è andato fuori uso. I colleghi probabilmente non hanno capito cosa avevano davanti, non hanno saputo prevedere la situazione".

Le autorità competenti e la stessa compagnia aerea hanno avviato tutti gli accertamenti per verificare la correttezza delle procedure tenute dall’equipaggio.  

 

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