L'uomo scorta di Rfi, sotto inchiesta assieme al caposquadra di Sigifer, per la morte di cinque operai, era in contatto con la tecnica di sala della stazione di Chivasso. "Bisogna aspettare dopo la mezzanotte"
BRANDIZZO - Gli avevano detto di avvisare gli operai che doveva passare ancora un treno e che non si poteva dar loro il via libera a lavorare. Ma ha ignorato i messaggi. Emergono nuovi dettagli in merito alla tragica notte dell'incidente di Brandizzo, dove hanno perso la vita cinque operai e in particolare all'operato di Antonio Massa, l’uomo-scorta di Rete ferroviaria italiana indagato, assieme al caposquadra della Si.gi.fer Andrea Gibin per omicidio plurimo e disastro ferroviario con dolo eventuali.
Sarebbe stato lui a dare il nulla osta, non scritto ma verbale, ai dipendenti della Sigifer. Eppure dalla sala di comando la tecnica di Rfi. La prima telefonata avviene tra le 23.26 e le 23.29 e alla domanda di Massa se gli operai possono cominciare a lavorare la tecnica di Chivasso risponde: "State fermi. Deve ancora passare un treno, che è in ritardo. Aggiorniamoci dopo".
Un messaggio chiaro, ribadito con ancora più dettagli alle 23.30. "Bisogna aspettare dopo la mezzanotte. Ci sono due fasce orarie possibili in cui lavorare dopo quell’ora, o prima o dopo l’una e mezza, ora in cui passerà un altro treno. Scegliete voi quale preferite".
Ma a mezzanotte gli operai erano sui binari, dove sono stati falciati dal treno che transitava a 160 chilometri all'ora. In cinque sono morti sul colpo, mentre due si sono salvati, tra cui il capocantiere indagato. E subito dopo si registrano le ultime telefonate di Massa, questa volta disperate: "Sono morti tutti sui binari". Qualcuno aveva dato il via libera, lui stesso ha detto di essere stato convinto che il treno fosse già passato.