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Cronaca
23.11.2023 - 15:180

Delitto Cecchettin, indizi sulla premeditazione: vestiti puliti nella borsa di Turetta e l'ipotesi di un sopralluogo

L'inchiesta si concentra sempre di più sulla premeditazione. La Fiat del killer immortalata qualche ora prima sul luogo dell'aggressione

VENEZIA – Sembrano non esserci dubbi. Filippo Turetta aveva premeditato il femminicidio di Giulia Cecchettin. L'inchiesta prosegue e i punti di domanda saranno chiariti man mano. Si attende l'estradizione del killer dalla Germania, che avverrà sabato mattina per il tramite di un volo militare. Nel frattempo, però, emergono ulteriori e agghiaccianti dettagli che potrebbero aggravare la posizione di Turetta. 

Il coltello in auto

Nella Fiat Punto nera di Turetta è stato trovato un coltello. "Trovato coltello da cucina, lunghezza lama 12 centimetri, condizioni: pulito", recita il rapporto di polizia degli agenti tedeschi. Turetta ha svelato agli inquirenti di aver pensato di togliersi la vita, "ma di non aver avuto il coraggio di farlo". E, infatti, sulla gola del giovane non ci sono segni, a differenza delle caviglie e delle mani, dove Turetta aveva delle ferite, evidente conseguenza della colluttazione con l'ex fidanzata. 

Vestiti insanguinati nella borsa

Al momento dell'arresto, il killer indossava vestiti puliti. Tradotto: dopo aver ucciso Giulia si è cambiato e ha depositato i vestiti sporchi di sangue nel borsone. "In una borsa c'è un cambio e un paio di scarpe, imbrattate di sostanza ematica", scrivono gli agenti nel rapporto.

C'è stato un sopralluogo?

Gli inquirenti sono entrati in possesso di due video registrati nella zona industriale di Fossò. Uno è quello che mostra l'aggressione, con Turetta che pugnala la vittima alle spalle. Il secondo è quello che mostrerebbe il passaggio della Punto dell'assassino nello stesso punto dove è avvenuta l'aggressione, ma qualche ora prima del delitto. Un aspetto fondamentale per ipotizzare la volontà di effettuare un sopralluogo. Ipotesi che, se confermata, avrebbe un peso rilevante nelle indagini per chiarire la premeditazione. 

La chiamata al 112 non presa in considerazione dai Carabinieri

C'è anche una segnalazione non presa con la dovuta considerazione. La sera dell'aggressione, sabato 11 novembre, un vicino ha segnalato un litigio in corso in un parcheggio a Fossò. I Carabinieri non inviarono una pattuglia dopo l'allarme al 112. Al numero di soccorso, il testimone ha riferito di aver udito "una ragazza urlare "mi fai male" e di aver visto un uomo calciare una figura a terra", senza riuscire a prendere il numero di targa.

 

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