CRONACA
L'ultimo saluto a Giulia Cecchettin. Il papà Gino: "Addio, amore mio. Impareremo a danzare sotto la pioggia"
Tanta commozione e applausi nel discorso del padre di Giulia Cecchettin: "Cara Giulia, ti amo. Grazie per questi 22 anni vissuti insieme"

PADOVA – Si è tenuto questa mattina l'ultimo saluto a Giulia Cecchettin. Migliaia le persone che si sono recate alla basilica di Santa Giustina di Padova per tributare omaggio alla memoria della giovane vittima di femminicidio. La cerimonia è stata celebrata dal vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla.

La gigantografia di Giulia sorridente, seduta sull’altalena con il vestito rosso, rimasta esposta in queste settimane davanti al municipio di Vigonovo, è stata portata nella Basilica, che è tra l'altro il più antico luogo di culto della città. Il governatore Luca Zaia ha proclamato il lutto regionale; le vie del centro e Prato della Valle saranno chiuse al traffico e interdette a qualsiasi attività commerciale. 

La giovane, dopo le esequie, sarà trasferita nel cimitero di Saonara, dove riposerà accanto alla mamma, scomparsa poco più di un anno fa.

Monsignor Claudio Cipolla: "Non avremmo voluto vedere ciò che i nostri occhi hanno visto. Per sette lunghi giorni abbiamo atteso, sperato e desiderato di sentire cose diverse. Invece ora siamo qui a piangere. Abbiamo bisogno di parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non rimanere intrappolati nell'immane tragedia. Domenica è iniziato il tempo dell'avvento, tempo che educa all'attesa, all'alzare lo sguardo oltre al buio. Il sorriso di Giulia mancherà alla famiglia, mancherà agli amici ma anche a tutti noi perché il suo viso ci è diventato caro. Custodiamo però le sue passioni, i suoi progetti".

Ha preso poi la parola il papà di Giulia, Gino Cecchettin: "Ringrazio le persone che ci hanno abbracciato in questi giorni. Sono state settimane terribili. Mia figlia Giulia era come l'avete conosciuta: allegra e mai sazia di imparare. Giulia si è guadagnata ad honorem il titolo di mamma. Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità. Agli uomini dico che dovremmo agire attivamente. Parliamo con gli altri maschi, dovremo essere coinvolti e ascoltando le donne, non girando la testa di fronte ai segnali di violenza. Ai genitori parlo con il cuore: insegniamo ai figli ad accettare le sconfitte, creiamo un clima che favorisce il dialogo e all'amore vero. La scuola ha un ruolo fondamentale: dobbiamo investire in programmi specifici per l'educazione sentimentale. Dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti. Anche i media giocano un ruolo fondamentale. Alla politica chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche. Le forze dell'ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere questa piaga. La vita della mia Giulia ci è stata sottratta in modo crudele. Ma la sua morte può, anzi deve, essere un punto di inizio nel combattere le violenze di genere. Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Stringi la mamma e spero che il vostro abbraccio possa insegnarci a imparare a danzare sotto la pioggia. Cara Giulia, grazie per questi 22 anni vissuti insieme. Ti amo tanto, come i tuoi fratelli. Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a tutti che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite. Addio Giulia, amore mio".

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