Dopo il botta e risposta tra Galusero e Valenzano Rossi, prende posizione la Federazione dei funzionari di polizia: "C'è un problema di risorse allocate per eseguire compiti non prioritari?"
BELLINZONA – È arrivata anche la presa di posizione della sezione ticinese della Federazione svizzera funzionari di polizia sul botta e risposta andato in scena su Liberatv tra l’ex deputato ed ex ufficiale della Polizia Cantonale Giorgio Galusero (leggi qui) e la municipale di Lugano Karin Valenzano Rossi (leggi qui). Al centro dell’accesa discussione, l’ipotesi di lanciare un’iniziativa popolare a sostegno della polizia unica. Dal canto suo, la capodicastero sicurezza di Lugano ha risposto per le rime all’ex deputato del suo partito affermando che “è ora di smetterla con questo trend di accentramento di compiti verso il Cantone, trasformando i Comuni in agenti pagatori, senza alcuna possibilità di imprimere una direzione, di incidere sui costi e ancor meno sulla qualità dei servizi (…)”.
E il Comitato della FSFP Sezione Ticino fa sapere il suo punto di vista, prendendo “atto delle discussioni che si sono innescate negli scorsi giorni attraverso i media a seguito di alcuni interventi che hanno riproposto il tema della polizia unica in Ticino, questa volta quale possibile e parziale soluzione al contenimento della spesa dello Stato, o, nel caso di un’associazione del personale, per eliminare il problema della maggiore attrattività di alcune polizie comunali rispetto alla polizia cantonale”.
Il Comitato FSFP-TI ricorda “che il tema principale del Forum sulla sicurezza interna svoltosi lo scorso mese di novembre a Berna, era incentrato proprio sul problema della mancanza cronica di poliziotti e delle difficoltà nel reclutamento di nuovi agenti, che riscontrano ormai la quasi totalità delle polizie svizzere. Infatti, in un recente sondaggio promosso dalla FSFP tra i propri associati, al quale hanno aderito 7600 persone, uno dei punti principali emerso è stato quello relativo all’insostenibile sovraccarico di lavoro, costantemente in aumento, principalmente a seguito della diminuzione di personale, dell’aumento di compiti, ma anche dell’aumento d’interventi. È, infatti, ovvio che, più aumenta la popolazione, più aumentano i movimenti delle persone da e per la Svizzera, più aumentano le necessità generali, comprese quelle di sicurezza. Già solo per questo motivo, la FSFP fa fatica a capire come si possa immaginare di diminuire il numero di agenti in Ticino”.
La FSFP prende d’esempio la polizia unica di Lucerna. “I problemi della mancanza di risorse sono sempre più accentuati. È della scorsa estate, in effetti, la decisione a Lucerna della chiusura di alcuni posti secondari, allo scopo d’avere a disposizione il personale necessario per eseguire altre attività prioritarie; questo evidentemente non lo si può annoverare tra i servizi resi alla popolazione. Ritornando alla situazione in Ticino, i nostri affiliati, come i loro colleghi che operano in altri Cantoni, sono molto preoccupati del continuo sovraccarico di lavoro, in particolare nel settore dell’interventistica (servizio sulle 24h), oppure nel settore delle indagini. Gli agenti a disposizione in questi servizi, soprattutto nel primo, sono in costante diminuzione, nonostante il numero di effettivi in Ticino sia aumentato negli anni. Per questo motivo, nel caso del nostro Cantone, al posto di parlare di polizia unica, andrebbe fatta una riflessione seria sull’organizzazione interna della polizia cantonale e sui compiti ad essa attribuiti”.
E ancora: "È bene capire se c’è un problema di risorse allocate per eseguire compiti che non sono di primaria importanza, come invece lo sono quelli delle indagini, dell’interventistica e della presenza sul territorio a scopo preventivo. Quanto alle polizie comunali, il parere della FSFP-TI è chiaro. Il lavoro di prossimità che esse svolgono è fondamentale e imprescindibile, anche per l’attività della stessa polizia cantonale. Non è, infatti, un segreto che la riforma della polizia cantonale iniziata negli anni 2000, che ha centralizzato le risorse, passando da un’organizzazione geografica, ad una organizzazione tematica, abbia causato, tra i diversi fondamentali cambiamenti una certa perdita di contatto della polizia cantonale con il territorio e la popolazione. Questo spazio, fortunatamente, laddove esistono corpi di polizia comunale, è stato ben occupato e il lavoro svolto è egregio. La FSFP-TI ritiene che l’attuale polarizzazione della discussione, “polizia unica si o no”, non porti nulla di buono ai temi centrali della sicurezza per i cittadini e del benessere dei poliziotti e delle poliziotte. Invita per questo a non farne un terreno di strumentalizzazione politica. Sulle legittime preoccupazioni finanziarie di molti cittadini e dei medesimi agenti di Polizia, in un Cantone ove si dice che la spesa per l’Amministrazione sia in media più alta del 30% rispetto ad altri Cantoni, spiacerebbe constatare che sull’onda dell’emotività siano adottate modifiche legislative che non potranno – come si è visto in passato – assicurare le promesse di risparmio paventate se prima non si verifica la reale efficacia dell’attuale organizzazione”.