CRONACA
Gli ultimi anni difficili dell'uomo ucciso, tra depressione, droga e difficoltà economiche
I colleghi dei City Angels lo ricordano con commozione: "Ora ritrova la serenità che avevi perduto". Pare avesse minacciato un gesto estremo. Il suo assassino era in attesa di processo per una aggressione e una rissa

CHIASSO - "Un angelo in cielo", così i membri dei City Angels ricordano, con commozione e dolore, il 50enne ucciso oggi a Chiasso. L'uomo trovato senza vita, infatti, prestava servizio nella organizzazione di volontariato ed era molto conosciuto e amato.

"Sono rimasto senza parole e ciò che davvero mi rasserena in questa brutta storia è il sapere che adesso sei nuovamente vicino al tuo adorato papà", scrive sulla sua bacheca Facebook un ex collega, commosso, ricordandolo come un "valido componente, ed hai sempre cercato di dare il meglio di te stesso. Che tu possa ora ritrovare quella serenità che ultimamente qui ti mancava", conclude.

Le sue parole, coi riferimenti al padre e alla serenità, appaiono più chiare dopo aver parlato con un'altra membra degli angeli (nome noto alla redazione), entrata a far parte dell'associazione proprio grazie a lui. "Lo vedevo spesso in giro per Chiasso quando prestava servizio e gli avevo chiesto cosa facessero esattamente. Lui mi aveva messo in contatto con il coordinatore e poi sono entrata anche io", ci racconta commossa, definendosi "scioccata, non ci credo che non lo rivedrò mai più. Dopo il Covid facevamo servizio sui bus per controllare che si indossasse la mascherina, mi ha insegnato tanto a chiedere sempre con garbo e cortesia di indossare la mascherina. Mai con autorità", racconta ancora. 

Gli ultimi anni erano stati difficili per il 50enne, che aveva visto naufragare una relazione importante, a quanto pare dopo una proposta di matrimonio, e aveva perso il padre, una notizia che lo aveva gettato nello sconforto, tanto che il suo stato d'animo non era dei migliori ultimamente, complice un problema ad una gamba per cui doveva essere operato. Ci è stato detto da chi lo conosceva che aveva richiesto aiuto, minacciando gesti estremi. 

Il delitto di oggi parrebbe essere legato alla droga, e diversi testimoni parlano di via Pestalozzi come di un luogo dove si spaccia spesso e volontieri. Ma anche il 50enne in passato aveva avuto incontri con sostanze stupefacenti e alcol, da cui era uscito. È possibile che il periodo difficile lo avesse fatto ricadere, pare soffrisse anche di depressione. 

"Era sempre pronto a aiutare gli altri", prosegue la prima collega, parlando dei suoi studi da OSS, "portati a termine studiando duramente". Non aveva però mai trovato un posto di tirocinio, il che non lo aveva aiutato moralmente e nemmeno economicamente, tanto che secondo la coordinatrice dei City Angels, interpellata da tio, aveva chiesto aiuto per fare la spesa, perchè non aveva più soldi. 

Per la sua morte, è finito in manette un 27enne somalo residente nel Mendrisiotto. Stando a tio, era agli arresti domiciliari e in attesa di processo per due episodi di violenza, l'aggressione nei bagni di un locale pubblico e di una rissa nel medesimo esercizio pubblico qualche tempo dopo.

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