La denuncia di una residente: “Costretta a dormire con un coltello sotto il cuscino”. L’arrivo di una persona da oltre Gottardo ha causato disagio e tensioni crescenti nel vicinato. La Polizia è intervenuta più volte, ma…
CEVIO - “Costretta a dormire con un coltello sotto il cuscino e a girare con lo spray al peperoncino”. Non accade in una metropoli, ma nel piccolo paese di Cevio, capoluogo della Vallemaggia. Sono le dichiarazioni shock di una residente, che a LaRegione denuncia una situazione di grave disagio sociale e di tensione e di paura costante nel vicinato.
La causa di questo clima di terrore, racconta la donna, è stato l’arrivo di una donna da oltre Gottardo, che ha creato un certo scompiglio con comportamenti minacciosi, come presentarsi alla porta dei vicini brandendo un’ascia, e disturbando il sonno del vicinato con litigi notturni. "La prima volta sono intervenuta perché ero preoccupata per lei - racconta la donna al quotidiano bellinzonese -, ma visto che sono stata accolta da insulti, nelle occasioni seguenti ho sempre chiamato la polizia, e non conto ormai più le volte". Il fatto più grave, a seguito di un'escalation di episodi che non si limitavano più a semplici alterchi, è avvenuto lo scorso novembre: "Dopo che l’avevo ripresa perché mi aveva riempito il giardino di spazzatura, si è presentata alla mia porta con un’ascia". La donna afferma anche di aver documentato l'episodio con un’inquietante fotografia, e che da quel giorno vive nel terrore di potersela ritrovare di fronte armata.
La polizia è intervenuta più volte, ma senza risultati duraturi. Le autorità comunali, rappresentate dalla sindaca Wanda Dadò, affermano di essere al corrente della situazione e di aver preso provvedimenti per aiutare i cittadini e la persona problematica. Tuttavia, molti abitanti non si sentono ancora sufficientemente protetti e sono convinti che la persona in questione non riceva l'aiuto necessario.
Tanto la polizia comunale quanto la cantonale confermano che la situazione è sotto controllo, tuttavia sottolineano i limiti dei loro interventi in assenza di reati gravi o denunce formali. Anche le Autorità regionali di protezione (Arp) sono coinvolte, ma non possono fornire dettagli specifici sul caso.