CRONACA
La drammatica storia di Deborah, morta per dare alla luce la piccola Megan: “Avevo davanti una vita da sogno…”
È una storia d’amore infinita. Una storia che ci lascia tutti senza parole. Che accade a pochi giorni dall’inizio dell’Avvento e che, come l’Avvento, parla del miracolo della vita

COMO - È una storia d’amore infinita. Una storia che ci lascia tutti senza parole. Che accade a pochi giorni dall’inizio dell’Avvento e che, come l’Avvento, parla del miracolo della vita. E per una vita che nasce ce n’è una che muore. È una storia accaduta a pochi chilometri da noi, a Como. La storia di Deborah Vanini, 38 anni, che quando ha scoperto di essere incinta, ha scoperto anche di avere un tumore al quarto stadio. E per donare la vita alla sua piccola Megan ha rinunciato alle cure. Deborah è morta il 23 novembre, e ieri a Como si sono svolti i funerali. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha parlato di “una donna che ha dimostrato di avere un coraggio e un amore fuori dal comune”. 

È stata lei stessa, Deborah, prima di morire a raccontare sulla sua pagina Facebook le emozioni che ha provato dal momento in cui ha saputo di essere incinta e di avere un tumore, fino alla nascita di Megan il 18 settembre: “Avevo una vita da sogno fino al giorno precedente, poi la disperazione più assoluta insieme alla gioia più grande. Dall’estasi alle pene dell’inferno. Un vero choc: mesi e mesi di esami, giorni in ospedale, visite estenuanti e dolorose, impedimenti fisici, farmaci, una valanga di farmaci, la maggior parte non compatibili con una gravidanza”. 

Lei e il suo compagno si sono trovati di fronte alla scelta “più difficile al mondo per un genitore: decidere per la vita o meno dei propri figli. Ho pianto notti intere per la paura, per la tensione, per i dubbi, ho perso la via, mi sono disperata, chiesto perché proprio a me a noi. Ho toccato veramente il fondo, ma poi con l’aiuto dello staff del Niguarda a dir poco favoloso, amici di vecchia e nuova data, la mamma, il mio angelo Katia e la vera roccia della mia vita, il mio compagno Massimo (che non mi ha abbandonata per un solo secondo, stando con me h24 anche in ospedale per settimane, e dormendo persino per terra), sono riuscita a trovare anche dei lati positivi in tutto questo, perché ci sono sempre nonostante tutto. Speravamo almeno di goderci un parto tranquillo, ma anche qui, la vita è rimasta storta. Un parto prematuro non programmato, una tromboembolia al polmone, una tac d’urgenza preparato, l’ipotesi che potesse farcela lei ma non io, insomma, un film”. 

Alla fine, la piccola Megan è nata il 18 settembre alle 12.15. Dopo la nascita della bambina, Deborah ha ricominciato a lottare contro il tumore, cercando di fare di tutto per “guardare il più a lungo possibile la sua amata bambina”. Ma la malattia è stata più forte di lei e se l’è portata via…

 

 

 

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