Il rapper e speaker radiofonico: "Stavamo scrivendo la storia e non lo sapevamo. Fare rap in Ticino è un pregio. E nel 2025..."
LUGANO – Sulla mappa del rap internazionale c'è anche il Ticino. Oggi più che mai. Sì, perché dopo l'uscita del documentario RSI "Sulla Mappa" è disponibile da oggi il brano che funge da colonna sonora e colonna portante del documentario di Pablo Creti. Il titolo, ça va sans dire, è lo stesso ed è firmato da Maxi B e Mattak, figure di riferimento nella scena rap sia a casa nostra che all'estero. Il brano è un'esplosione di ricordi sottoforma di rime. La penna di Maxi B e Mattak riavvolge indietro il nastro del tempo e ripercorre quelli che sono stati gli ultimi, o i primi, trent'anni di rap in Ticino.
Maxi, brano importante per te ma anche per tutta la scena ticinese. Oggi si riconosce finalmente il ruolo del rap anche dalle nostri parti?
"Sulla Mappa è un ritorno al suono che ci ha cresciuti. Tutti gli artisti coinvolti nel progetto sono nati con questo sound. Ovviamente lo abbiamo reso nuovo, fresco, ma la tematica doveva aprire lo scrigno dei ricordi, quindi la parte musicale doveva trasportare l’ascoltatore indietro nel tempo, per poi riportare al presente luoghi, persone e momenti che hanno fatto la storia del rap in Ticino. E sai qual è stata la vera magia? Che raccontando gli ultimi 30 anni di un movimento prima nato in sordina e poi letteralmente esploso, la canzone è diventata anche uno spaccato sociale. Oggi, anche grazie a questo progetto, abbiamo dato la giusta importanza ad un genere musicale e alla sua cultura, che ormai fa parte del nostro tessuto sociale".
Maxi B feat Mattak per dire che anche in Ticino si fa sul serio. Oggi come sta la scena ticinese?
"La canzone ha il pregio di unire tanta gente. Mattak ed io al testo. Due generazioni che hanno trovato molti punti in comune per scrivere la storia del rap ticinese degli ultimi 30 anni. Poi c’è Jay K, Dj storico della scena rap ticinese che ha partecipato con i suoi scratches. C’è Mardoch alla produzione musicale. Bassi Maestro ha dato il suo contributo con il mix e il master. Senza dimenticare il supporto della RSI che ha prodotto e voluto fortemente questo progetto. Anche di Radio3i e di tutte le radio che daranno spazio alla canzone. La scena ticinese gode di ottima salute. Gli artisti hanno maggiore consapevolezza nei propri mezzi. Purtroppo i posti per esibirsi live sono sempre meno, ma i social compensano questa mancanza. Ora è più difficile farsi sentire a casa propria ma più facile essere presenti in tutto il mondo. Un paradosso della musica a cui ormai ci siamo abituati".
Partire a fare rap in Ticino significa partire “penalizzato”?
"Fare rap vivendo in Ticino è un pregio. Un orgoglio. L’importante è essere consapevoli del luogo in cui si vive e di conseguenza scrivere della nostra realtà che ha tante contraddizioni e molti spunti su cui riflettere. Mattak ed io siamo partiti proprio da questo principio per scrivere “Sulla Mappa”. Portare il nostro Cantone e la nostra cultura più lontano possibile per essere messi appunto, sulla mappa del rap. E ci siamo riusciti".
Social e varie piattaforme aiutano molto gli artisti di oggi?
"I social per molti artisti sono il solo modo per avere visibilità. In alcuni casi diventa una zavorra, perché poi dal vivo non hanno le capacità di tenere il palco e il pubblico che hanno davanti. In altri casi invece diventa il trampolino di lancio per poi farsi conoscere lontano da casa. I social hanno appiattito sia il sound che l’immagine degli artisti, ma chi è originale attira l’attenzione e allora in quel caso diventano un arma molto potente per diffondere la musica".
Maxi B e il rap, stai scrivendo “roba” nuova? Hai progetti su cui stai lavorando?
"Malgrado gli impegni con la radio e le serate ho sempre scritto canzoni nuove. Il 2025 però sarà particolarmente ricco di progetti e di nuova musica. La passione non muore mai e per fortuna tanta gente mi chiede ancora nuove rime".
30 anni di rap in Ticino, “sulla mappa” di Maxi B c'è qualche rimpianto?
"Questi 30 anni sono volati. Stavamo scrivendo la storia e non lo sapevamo. Volevamo solo essere veri e originali. Volevamo suonare ovunque e diventare sempre più bravi. Grazie al rap ho calcato palchi importanti come i grandi festival a Praga, a Francoforte, in tutta la Svizzera e tutta Italia. Ho collaborato con i migliori del rap Italiano. Ho fatto mille tournée, ho partecipato a trasmissioni TV storiche come MTV Spit. Ho capito come intrattenere le persone, e questo mi ha portato a fare la radio. Non ho rimpianti, anzi, ho molta gratitudine verso il rap e verso le persone che ancora credono nella mia musica. Non ho rimpianti perché c’ero e soprattutto ci sono ancora. Sempre più motivato".