Il Direttore del DI, in un articolo sul Corriere del Ticino, sprona il parlamento a dare l'ok all'acquisto dello stabile ex Banca del Gottardo a Lugano, dove si vuole costruire il nuovo Palazzo di giustizia
di Norman Gobbi*
Come reso noto dal Corriere del Ticino il 4 gennaio scorso, la Commissione gestione e finanze del Parlamento si appresta a determinarsi in merito all’acquisto del nuovo Palazzo di giustizia di Lugano nello stabile ex Banca del Gottardo, a seguito delle verifiche promosse dal Dipartimento che dirigo con la Divisione della giustizia, che hanno permesso negli ultimi mesi di ridurre l’investimento di oltre 20 milioni di franchi. Un progetto che nasce nel 2008, derivante dalla conclamata necessità di ristrutturare l’attuale vetusto Palazzo di giustizia – alla stregua di quanto sta già avvenendo per i palazzi dei Pretori di Bellinzona e Locarno – simbolo ormai decadente della Giustizia cantonale.
Le Autorità giudiziarie che già oggi per legge hanno sede a Lugano devono trovare una sede moderna, istituzionale e simbolica, che consenta la digitalizzazione imposta dal diritto federale dal 2027. In particolare, il nuovo Palazzo di giustizia accoglierà il Tribunale di appello, la Pretura civile, la nuova Pretura di protezione (attuali Autorità regionali di protezione), l’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi e altri uffici (esecuzione, fallimenti, registro fondiario, ecc.) già presenti a Lugano. All’attuale Palazzo di giustizia ristrutturato sono previsti il Ministero pubblico e la Polizia cantonale, ciò che permetterà la separazione fisica tra autorità inquirente e giudicante, mentre lo stabile in via Bossi, attuale sede della Pretura civile del Distretto di Lugano e altre autorità, ospiterà ulteriori servizi cantonali. Stabili pienamente occupati da autorità e servizi cantonali già oggi presenti a Lugano come previsto per legge, senza alcuna centralizzazione ma anzi con l’opportunità di inserire in immobili di proprietà dello Stato uffici oggi in affitto presso terzi, con un risparmio stimato in 5 milioni su 10 anni.
Lo stabile ex Banca del Gottardo è l’unica soluzione che risponde a queste esigenze, anche in termini di spazi, nel centro della Città di Lugano, permettendo una gestione efficace della catena di ristrutturazioni degli stabili.
Un aspetto, quello del centro della Città di Lugano, che fa parte della storia del nostro Cantone e della Città di Lugano. Con votazione del 4 marzo 1894, il Popolo ticinese ha infatti approvato il dispositivo della Costituzione cantonale sulla sede stabile del Tribunale di appello nella “città di Lugano”, inteso come centro del Comune di Lugano, principio confermato nella revisione totale della Costituzione cantonale del 1997. L’investimento – sostenibile finanziariamente – ha quindi una prospettiva solida, di lungo termine e lungimirante, pensando alle prossime generazioni e al futuro della Giustizia cantonale. Un progetto che mantiene le autorità già presenti a Lugano nel centro della Città, anche a livello di accessibilità vicino alla futura porta della stessa con la rete tram-treno. Una prossimità fisica delle Istituzioni nelle Città come avviene in molte realtà del mondo, con il relativo indotto economico se pensiamo che attorno al Palazzo di giustizia ruotano giornalmente oltre 500 persone, compresa l’utenza.
La trasformazione dell’edificio ex Banca del Gottardo s’inserisce inoltre in un contesto di sostenibilità, visto il recupero dell’esistente per un riuso futuro. Un’operazione che porta effetti positivi in prospettiva ambientale e sociale, guardando ad esempio a quanto avvenuto nel comparto dell’Università della Svizzera italiana, poco distante dallo stabile.
La decisione che il Parlamento è chiamato a prendere va dunque in favore della Giustizia ticinese, per la sua immagine autorevole e moderna con la digitalizzazione, anche nel resto della Svizzera e all’estero, e per tutte le persone che vi lavorano quotidianamente. Un investimento in favore dell’economia, per la quale la Giustizia rappresenta un fattore di competitività e di attrattività, che risponde pure alla necessità di sostegno dell’edilizia cantonale. Un investimento che rispetta la storia e i valori del Canton Ticino, con il Popolo ticinese che si è già espresso in merito. «Un’occasione irripetibile», come sottolineato dall’Ordine degli avvocati, che, se non colta oggi, genererà comunque dei costi per lo Stato e la cittadinanza di quantomeno 50 milioni di franchi per delle sedi transitorie, vista l’indubbia necessità di ristrutturare l’attuale Palazzo di giustizia. Un progetto a beneficio infine delle prossime generazioni, del futuro del nostro Canton Ticino e della Giustizia di domani.
Perché la percezione della Giustizia da parte delle cittadine e dei cittadini, deriva anche dagli edifici dove opera.
*Direttore Dipartimento delle Istituzioni - Articolo pubblicato sull'edizione odierna del Corriere del Ticino