Negli ultimi quattro anni, scrive il Tages Anzeiger, nessun'altra auto è stata acquistata dagli svizzeri più della Model Y di Tesla. Quest'anno il SUV elettrico non entra nemmeno tra i quindici modelli più venduti
Articolo a cura de ilfederalista.ch
L’auto elettrica in Svizzera, per ora, non riparte. In gennaio le immatricolazioni di veicoli a batteria registrano una nuova riduzione, -1,7% rispetto al gennaio 2024. Certo, il 19% delle auto nuove ha una presa, è vero, ma il dato non cresce più da oltre un anno.
L'associazione di categoria Auto-Schweiz è preoccupata. Gli importatori rischiano di dover pagare delle sanzioni se non riescono a vendere un numero sufficiente di auto a basse emissioni. Ecco perché fioccano, da parte loro, le proposte in direzione Berna. Tra queste, la sospensione dell'imposta sull'importazione delle auto elettriche per cinque anni, l’introduzione di incentivi fiscali per l'installazione di stazioni di ricarica domestiche e aziendali, l'obbligo di indicare i prezzi dell'elettricità presso le stazioni di ricarica; fino a proporre di alleggerire le nostre normative in ambito ambientale.
L’auto elettrica in Svizzera, per ora, non riparte. In gennaio le immatricolazioni di veicoli a batteria registrano una nuova riduzione, -1,7% rispetto al gennaio 2024. Certo, il 19% delle auto nuove ha una presa, è vero, ma il dato non cresce più da oltre un anno.
L'associazione di categoria Auto-Schweiz è preoccupata. Gli importatori rischiano di dover pagare delle sanzioni se non riescono a vendere un numero sufficiente di auto a basse emissioni. Ecco perché fioccano, da parte loro, le proposte in direzione Berna. Tra queste, la sospensione dell'imposta sull'importazione delle auto elettriche per cinque anni, l’introduzione di incentivi fiscali per l'installazione di stazioni di ricarica domestiche e aziendali, l'obbligo di indicare i prezzi dell'elettricità presso le stazioni di ricarica; fino a proporre di alleggerire le nostre normative in ambito ambientale.
Il calo delle vendite in Europa
Già l’anno scorso si era assistito a un rallentamento nella crescita delle vendite di auto a batteria. Il fenomeno non riguarda solo la Svizzera. Nel 2024, per l'area UE, EFTA e Regno Unito, le vendite di auto elettriche e ibride ricaricabili sono diminuite in totale del 3%, in controtendenza rispetto a tutto il decennio precedente.
La Germania ha registrato un autentico crollo: -27,4%. Mentre Francia (- 2,6%) e Italia (-2%) registravano cali più contenuti. Tra i grandi dell’Europa occidentale hanno fatto eccezione la Spagna, + 7,8%, e il Regno Unito, divenuto il primo mercato europeo per le auto ricaricabili, con una quota peraltro limitata: il 19,6% di tutte le vendite.
Il calo europeo si inseriva però in un andamento assai diverso a livello mondiale. Il 2024 ha segnato un boom di nuove vendite. Trascina il gruppo la Cina, dove le vendite di veicoli elettrici sono cresciute del 40%, raggiungendo 11 milioni di unità. Positivo anche il Nord America (+8,8%). Nel resto del mondo, leggasi in particolare India e Asia-Pacifico più Brasile, le vendite sono salite del 27%, con 1,3 milioni di unità vendute.
Il crollo clamoroso di Tesla a gennaio
Il mercato per gli EV potrebbe riprendersi quest’anno, eppure il primo mese del 2025 porta una grossa sorpresa: autentico sfascio per le vendite di Tesla in Europa. Un brutto colpo per l’ammiraglia del settore, che sta faticando anche nel tradizionale mercato californiano e in Cina, dopo un 2024 che aveva già visto le sue vendite automobilistiche ristagnare. I dati europei di gennaio parlano da soli: -18% nel Regno Unito, -63% in Francia, -75% in Spagna.
Anche in Svizzera, si osserva un flop, –27% a gennaio: “Negli ultimi quattro anni”, scrive il Tages Anzeiger, “nessun'altra auto è stata acquistata dagli svizzeri più della Model Y di Tesla. Quest'anno, tuttavia, il SUV elettrico non entra nemmeno tra i quindici modelli più venduti, né, con Tesla, alcun’altra auto elettrica”.
L’UE riapre una finestra all’endotermico
Corre ai ripari la Commissione UE. Un documento, inizialmente trapelato dalle pagine di der Spiegel, sembra indicare l’intenzione di permettere la vendita di auto ibride, dunque parzialmente mosse da carburanti, anche dopo il fatidico 2035.
La decisione mira a mantenere a galla l'industria automobilistica europea, in linea con il famoso “rapporto per la competitività” consegnato nel settembre scorso da Mario Draghi, che sottolineava l'importanza della "neutralità tecnologica" e di un approccio graduale alla transizione ecologica.
Perché stagnano le vendite (in Europa)
Come detto il rallentamento nelle vendite di veicoli a batteria riguarda principalmente l’Europa. Diversi fattori potrebbero contribuirvi, a partire dall’insufficienza dell’infrastruttura di ricarica, specialmente per chi vive in condominio.
Si possono però ipotizzare altre tre cause: è possibile che vi sia una iniziale saturazione del mercato. Le auto elettriche prodotte in Occidente appartengono quasi tutte ai segmenti medio-alti e la fetta di clientela che poteva essere interessata a questi modelli le avrebbe a questo punto già acquistate; mentre il mercato attende ancora un modello davvero adatto a tutta la classe media.
In questo senso la situazione in Cina e nei Paesi emergenti è diversa per la tendenza ad accontentarsi di modelli estremamente spartani, di produzione asiatica. Si sta curiosamente rivelando un buon mercato per le auto cinesi il Regno Unito post-brexit.
Concausa determinante del riflusso è, poi, la riduzione degli incentivi governativi in alcuni Paesi. La Germania li ha eliminati a fine del 2023, osservando immediatamente un crollo delle vendite. Lo stesso hanno fatto parzialmente altri Paesi, quali Francia, Svezia e, ora, Italia. In Svizzera, la maggior parte dei Cantoni, Ticino incluso, ha rimosso i sussidi già un paio di anni fa, sebbene vi siano tuttora aiuti per le colonnine di ricarica domestiche e le auto elettriche in genere paghino tasse di circolazione meno elevate.
All’opposto la situazione negli USA dove, secondo la testata Bloomberg, hanno già influito in positivo i sussidi alla produzione dell’Inflation reduction act di Biden. Trump però vorrebbe rimuovere il credito fiscale (fino a 7500$ in passato) concesso a chi acquista un’auto elettrica, ma deve fare i conti con uno degli azionisti di maggioranza della sua presidenza, ovvero Elon Musk.
Il crollo delle vendite Tesla ha una sua importanza, dato il peso di questo brand per l’intero settore. L'impatto del riposizionamento ideologico di Elon Musk pare influire sulla percezione del marchio. A detta del Washington Post, Musk ha negli anni raffreddato il suo interesse per la tematica del cambiamento climatico nelle sue uscite pubbliche, indebolendo uno degli elementi più forti del brand.
L’Europa cambia strada
Torniamo sul nostro continente. Il 5 marzo 2025, la Commissione Europea dovrà presentare il nuovo piano d'azione per l'industria (un Clean Industrial Deal, in luogo del Green New Deal), con aiuti principalmente in campo energetico.
Per quanto riguarda l’automotive sono attesi allentamenti nell’ambito delle emissioni. L'UE sta inoltre valutando l'introduzione di incentivi comunitari per l'acquisto di veicoli elettrici, in sostituzione dei sussidi nazionali. Questa misura mira a garantire un sostegno uniforme alla transizione energetica e si allinea con le raccomandazioni del rapporto Draghi sulla competitività europea.