Dadò si scatena contro Ferrazzini: "Ma che coraggio!!! Dopo Polanski e Cohn-Bendit ecco un'altra perla socialista"
Il capogruppo PPD reagisce con veemenza agli attacchi dell'ex municipale ai pipidini chiassesi sul caso dell'ex Consigliere comunale leghista condannato per atti sessuali con una bambina
CHIASSO - Esplode la polemica tra PPD e socialisti. Una polemica nata a Chiasso e divampata a livello cantonale. Al centro dello scontro il caso dell'ormai ex Consigliere Comunale leghista condannato per atti sessuali con una bambina di 11 anni. Questa mattina l'ex municipale socialista Marco Ferrazini, dalle colonne della Regione, ha tuonato contro il PPD che, non appena emersa la notizia, aveva chiesto le dimissioni del Consigliere Comunale polemizzando con la Lega. Ferrazini definisce da sciacallaggio il comportamento dei pipidini e scrive: "Fatte salve le responsabilità civili e penali e il rispetto delle decisioni degli organi di giustizia, come ci si permette, e in base a quale diritto, di scrivere: “Non si può nemmeno pensare di sedere nei banchi vicino a una persona che ha approfittato di una giovane bambina...”? Ma il Ppd non è un partito con referente cristiano?".Veemente e durissima la reazione del capogruppo PPD in Gran Consiglio Fiorenzo Dadò: "Ma che coraggio!!! - scrive su Facebook - Dopo che il loro Consigliere di Stato ha sostenuto l'avventura Polanski al Festival del Film, la conferenza al Monte Verità del sostenitore della pedofilia Daniel Cohn-Bendit, entrambi pagati profumatamente con i soldi del contribuente, adesso ecco un'altra perla socialista, che tira in ballo questioni che non c'entrano assolutamente nulla"."Il sig. Ferrazzini, ex municipale socialista-comunista - rincara la dose Dadò - invece di appellarsi al rispetto per i pedofili dovrebbe forse indignarsi in casa propria e li vicino, visto l'exploit di poco tempo fa quando gli unici a votare contro il divieto per i condannati per pedofilia di lavorare con i bambini al Consiglio Nazionale furono proprio loro i socialisti e la sua rappresentante Marina Carobbio, tra altro ben accompagnati dal rappresentante delle Casse malati Ignazio Cassis. Questo è il vero scandalo, non la comprensibile indignazione dei chiassesi".