Immigrazione, Trump passa dalle parole ai fatti. Sospeso per tre mesi l'accesso negli USA di cittadini di sette paesi islamici. Per i siriani la misura è a tempo indeterminato. "Non abbiamo dimenticato la lezione dell'11 settembre". Abrogato anche il rinn
l presidente Donald Trump: "Vogliamo mantenere i terroristi islamici radicali fuori dagli Usa, per evitare di fare entrate la stessa minaccia che i nostri soldati combattono all'estero. Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che lo sosterranno e ameranno profondamente la nostra gente"
WASHINGTON – Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per evitare di far entrare negli Stati Uniti dei potenziali terroristi stranieri. Ha così deciso di vietare per tre mesi l’accesso agli USA per i cittadini di sei paesi musulmani: Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Mentre i visti per i siriani sono stati sospesi a tempo indeterminato.
"Vogliamo mantenere i terroristi islamici radicali fuori dagli Usa, per evitare di fare entrate la stessa minaccia che i nostri soldati combattono all'estero – ha detto -. Vogliamo ammettere nel nostro Paese solo coloro che lo sosterranno e ameranno profondamente la nostra gente. Non abbiamo dimenticato la lezione dell’11 settembre”.
Trump ha quindi bloccato per 120 giorni il programma che prevedeva l'ingresso di rifugiati negli Stati Uniti, varato da Obama. E ha deciso che, dopo questo periodo, sarà data priorità innanzitutto alle "minoranze cristiane perseguitate”.
Ha inoltre tagliato di oltre la metà il numero dei rifugiati che gli Stati Uniti prevedevano di accettare quest'anno, riducendolo a 50mila.
L’ingresso negli Stati Uniti è stato sospeso per tre mesi per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen.
L’ordine esecutivo blocca inoltre a tempo indeterminato gli ingressi di rifugiati siriani. "L'ingresso di cittadini e rifugiati siriani è dannoso per gli interessi del Paese", ha scritto il presidente degli Stati Uniti nell'ordine che blocca i visti ai siriani e sospende a tempo indeterminato l'ingresso dei rifugiati provenienti dalla Siria. Trump ha chiesto al Pentagono e al Dipartimento di Stato un piano per creare 'safe zone’ dentro e intorno alla Siria per offrire protezione a chi fugge dalla guerra.
Nel suo giro di vite per difendere gli Stati Uniti dall'ingresso di terroristi islamici, il presidente Usa ha inoltre sospeso con effetto immediato il programma Visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto per motivi di lavoro o per altro (escluso il turismo) senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche Usa. Trump ha pure ordinato l'accelerazione dei programmi che permettono il tracciamento bio-metrico di tutti i viaggiatori in entrata o in uscita dagli Usa.
Mark Zuckerberg, il patron di Facebook, ha espresso pubblicamente il suo disaccordo e in un post ha ricordato a Trump che proprio gli Usa sono “una nazione di immigrati. I miei nonni arrivarono da Germania, Austria e Polonia. I genitori di Priscilla (la moglie) erano rifugiati provenienti da Cina e Vietnam. Gli Usa sono una nazione di immigrati e dovremmo esserne orgogliosi. Come molti di voi, sono preoccupato dall’impatto dei recenti ordini esecutivi firmati dal presidente Trump”.
Secondo il fondatore di Facebook, gli Usa dovrebbero “mantenere le porte aperte ai rifugiati e a quelli che necessitano aiuto. Questo è quello che siamo. Se avessimo voltato loro le spalle decenni fa, la famiglia di Priscilla non sarebbe oggi qui”.