POLITICA E POTERE
Regazzi: "Da verzaschese di adozione non è che mi piaccia molto vedere la Verzasca invasa di turisti....se la situazione diventasse insostenibile non si può escludere l'idea del numero chiuso. E sulla spesa di Doris Leuthard alla Unes Maccagno vi dico che
Intervista al Consigliere Nazionale locarnese sulle due polemiche estive che stanno tenendo banco nel nostro Cantone (e altrove): "I turisti lombardi meno sensibili degli svizzeri nel rispetto del territorio? Non si può e non si deve generalizzare, ma a livello di sensazione qualcosa di vero c'è"
GORDOLA - Sono due le polemiche di mezza estate che tengono banco in Ticino: il boom di turisti lombardi in Valle Verzasca e la spesa di Doris Leuthard alla Unes di Maccagno. Due polemiche partite dal Locarnerse e che giorno dopo giorno si sono propagate sia oltre confine che oltre Gottardo.

 

Fabio Regazzi, oltre ad essere collega di partito della presidente della Confederazione, è anche Locarnese e “varzeschese di adozione”, come si definisce. A lui abbiamo chiesto qualche considerazione su questi casi estivi.

 

Cominciamo dalla Verzasca. “Confesso che da verzaschese di adozione - dichiara a Liberatv il Consigliere Nazionale PPD - non è che mi piaccia molto vedere la Valle invasa da turisti come accaduto negli ultimi fine settimana, in particolare da quando è stato diffuso online l’ormai celebre video. È diventata una situazione quasi insostenibile: peggio delle spiagge di Rimini. La Verzasca per me è una di quelle valli che in Ticino hanno mantenuto la loro anima selvaggia, con una natura pressoché incontaminata. Ed è chiaro che vedere tutta questa orda di persone, che peraltro lasciano ben poco sul territorio se pensiamo ai ristoranti o ai negozi, mi disturba. D’altra parte non possiamo impedire alla gente di muoversi e di andare dove desidera. Piace farlo anche a me e quindi non posso pretendere di negarlo agli altri. Sono quindi un po’ combattuto fra questi due fuochi”.

 

“Detto questo - aggiunge Regazzi - credo che qualche accorgimento andrà trovato. Come in ogni cosa della vita è una questione di misura: il troppo stroppia ovunque, anche in Verzasca. Innanzitutto bisognerebbe cercare almeno di gestire meglio il traffico e i parcheggi. In questo senso l’idea del bus navetta può essere un’opzione da valutare. Certo, se si dovesse superare una certa soglia di sopportabilità, credo che come avviene in altre zone turistiche in tutto il mondo, si imporranno delle misure più rigide. Non possiamo infatti mettere a repentaglio un sistema così fragile come quello della Verzasca. E quindi, se la situazione diventasse diventare insostenibile, non si possono escludere a priori opzioni come il numero chiuso per i turisti o l’obbligo di lasciare in pianura l’auto in un parcheggio a pagamento, che tra l’altro potrebbe servire per finanziare i costi generati da questo tipo di turismo di massa”.

 

A Regazzi chiediamo se anche lui, come hanno affermato altri esponenti politici, ritiene che i turisti lombardi siano meno attenti al rispetto dell’ambiente durante la loro presenza in Verzasca. “Non si può e non si deve generalizzare e non ho elementi certi per avere un’opinione precisa. Ma a livello di sensazioni - da quel che ho potuto osservare da assiduo frequentatore del luogo e dai racconti di chi ci vive - si può dire che gli svizzeri tedeschi sono abbastanza attenti, mentre i Lombardi forse sono meno sensibili”.

 

E veniamo al caso di Doris Leuthard. Regazzi sulla vicenda getta acqua sul fuoco: “Premetto che non conosco i dettagli ma mi pare la classica polemica estiva montata ad arte per riempire i giornali. Anche perché c’è stata questa coincidenza sfortunata che la notizia è uscita in concomitanza con il progetto di Schneider Amman per contrastare il turismo degli acquisti. Non mi sento in ogni caso di biasimare il comportamento della Presidente della Confederazione: se per una volta ha fatto qualche acquisto in Italia ci può stare. Del resto lo fanno anche moltissimi ticinesi, per diversi motivi. Anche perché è risaputo che quando trascorre le vacanze in Ticino, Leuthard si reca molto spesso nei nostri negozi e anche nella macelleria di Vira Gambarogno”.

 

Però, obiettiamo, l’economia ticinese, di cui Regazzi è uno dei massimi esponenti, ha fatto campagne su campagne per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di spendere in Ticino. E quindi come la mettiamo? “È una questione di proporzioni. È vero che dai politici ci si attende sempre che diano il buon esempio, però ripeto, se uno occasionalmente fa un acquisto in Italia non credo sia un dramma. L’importane è che non lo faccia sistematicamente. E poi ribadisco: lo sanno tutti che Doris Leuthard quando è in vacanza nel nostro Cantone, frequenta abitualmente i negozi della regione dove soggiorna. Forse c’è stata un po’ leggerezza da parte sua….ma nulla di più”.

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