POLITICA E POTERE
Locarno e il "niet" alla bandiera europea: esplode la polemica. Ducry durissimo: "Sono stupefatto. Se non ci fossero l’Europa e gli europei Locarno sarebbe ancora un villaggio di pescivendoli!”. Bignasca esulta: "Complimenti al Municipio: ora togliamola a
Fa discutere la decisione dell’Esecutivo della Città sul Verbano di non esporre più la bandiera europea in occasione della Giornata del Consiglio d’Europa il 5 maggio
LOCARNO - “Sono stupefatto!”. “Complimenti al Municipio di Locarno: ora togliamola anche a Lugano”. Fa discutere la decisione dell’Esecutivo della Città sul Verbano di non esporre più la bandiera europea in occasione della Giornata del Consiglio d’Europa il 5 maggio. Una decisione presa a maggioranza dal Municipio - su proposta del leghista Bruno Buzzini - e inserita nel nuovo regolamento comunale.

 

Liberatv ha interpellato per una reazione Jacques Ducry, deputato di area progressista e presidente del Movimento Svizzera-Europa (Numes), e il Gran Consigliere della Lega Boris Bignasca che, un po’ di tempo fa, aveva presentato una mozione in Parlamento che chiedeva di non esporre più il vessillo europeo sugli edifici cantonali e comunali il 5 maggio. Proposta respinta a larga maggioranza.

 

“Ma che meraviglia?!”, esordisce con sarcasmo Ducry. “È una decisione triste, molto triste, per una città che ha ospitato la conferenza sulla pace negli ’20…Una città che organizza ogni anno il Festival internazionale del Film, ricevendo crediti e personalità da tutta Europa e non solo. Una città turistica, aperta. Sono stupefatto da questa piccineria da parte del Municipio di Locarno. Allora a questo punto che mettano due bandiere svizzere e una bandiera della Lega! Con tutto il rispetto per una decisione democratica da parte di un Esecutivo, questa scelta dimostra come parte del Ticino continui ad involvere su posizioni piccole, piccole, da “primanostrismo”. Se non ci fossero l’Europa e gli europei Locarno sarebbe ancora un villaggio di pescivendoli!”.

 

Ducryi contesta duramente anche le motivazioni con le quali Bruno Buzzini ha sostenuto la sua proposta. “Da convinto anti-europeista - ha detto il municipale della Lega - ero e rimango contrario all’esposizione della bandiera sugli edifici pubblici. I motivi sono diversi: la Svizzera è ancora discriminata, essendo nella black list fiscale dell’UE, per esempio. Ma ci sono anche i problemi di mancata reciprocità con l’Italia, con gli accordi che continuano a slittare…”

 

“La bandiera europea - ribatte Ducry - la esponiamo il 5 maggio per la Giornata del Consiglio d’Europa, di cui la Svizzera fa parte, e non per la giornata dell’Unione Europea, di cui non facciamo parte, il 9 maggio. Gli argomenti di Buzzini sono dunque completamente strampalati! Un po’ di cultura non guasterebbe per un municipale della città della cultura…”.

 

“Ciò che mi dispiace - conclude Ducry - è che il municipale leghista, che conosco e rispetto, abbia trovato la sponda di altri municipali dei partiti di centro. Altrimenti questa proposta non sarebbe mai passata”.

 

Di tutt’altro tenore il commento di Boris Bignasca: “Vorrei fare i complimenti al Municipio di Locarno per questa scelta coraggiosa. È una decisione che corrisponde al sentimento popolare della maggioranza dei ticinesi, che ha sempre vissuto con disagio l’esposizione della bandiera europea. L’UE ha infatti causato dei seri problemi economici a questo Cantone attraverso la Libera circolazione. E il fatto che la si esponga per festeggiare il Consiglio d’Europa, e non per l’Unione, è irrilevante trattandosi della stessa bandiera. La confusione nella gente è inevitabile”.

 

A Bignasca chiediamo se ora si aspetta che anche il Municipio di Lugano, la sua Città, segua l’esempio di Locarno: “Assolutamente sì!”, ci risponde.

 

Sul piano cantonale, invece, nessuna speranza essendo stata recentemente bocciata una mozione in tal senso presentata proprio dal deputato leghista: “In Gran Consiglio siamo rimasti una sparuta minoranza. Purtroppo c’è una classe politica nei partiti storici, che è maggioritaria, e che prima di difendere gli interessi del Ticino guarda con uno spirito di sottomissione all’UE. E questo è un male. E non lo vediamo solo su battaglie simboliche come quella della bandiera, ma anche su questioni molto più concrete e rilevanti come i permessi, il casellario, il blocco dei ristorni, Prima i nostri….”

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