I socialisti: "Orchestrata una campagna mediatica per mettere in cattiva luce la Città"
LOCARNO - “Un imponente operazione mediatica a livello svizzero promossa da Fulvio Pelli”. È questa la lettura della sezione di Locarno del partito socialista, sull’ultima coda polemica della vicenda Park Hotel Delta Resort.
Un caso che si trascina da anni ma che, negli ultimi giorni, si è nuovamente infiammato con una maxi richiesta di risarcimento alla Città minacciata da parte dei proprietari , 20 milioni, qualche articolo al vetriolo sulla stampa svizzera, Blick in particolare, e la difesa della propria posizione da parte del Municipio.
“Dal 2014 - scrive il PS in una nota - l’Esecutivo informa regolarmente riguardo all’edificazione del Park Hotel Delta Resort, per cui da tempo sappiamo, in qualità di cittadini, che la licenza edilizia per la realizzazione di un Apparthotel comporta l’onere di mettere a disposizione dei turisti gli alloggi da parte dei proprietari all’albergo. Questa d’altronde è l’unica possibile destinazione conforme al piano regolatore (la zona è destinata all’esercizio di attività turistiche di tipo alberghiero). Siamo anche a conoscenza del fatto che il Municipio ha ripetutamente ricordato ai proprietari (prima dell’avvio dei lavori di costruzione) che il permesso di costruzione (relativo a un Apparthotel, cioè per una struttura alberghiera) esclude la residenza primaria e secondaria”.
“Con l’imponente operazione mediatica a livello svizzero - attaccano i socialisti - promossa dai proprietari e dal loro legale, Fulvio Pelli presentato come ex-Presidente del Partito Liberale Radicale della Svizzera, coadiuvato da un ex capo redattore del Blick, si rimescolano le carte in tavola facendo credere che Locarno scacci i turisti. L’operazione è strumentale e conferma l’adagio “chi ha torto urla”. Sottace che anche il Consiglio di Stato (in una sentenza relativa al Delta Resort) ha confermato l'obbligo di mettere a disposizione dei turisti gli appartamenti, come in qualsiasi struttura turistica di tipo alberghiero. Questo modo di agire è irresponsabile in quanto viene messa in cattiva luce la Città, la Regione e penalizza pesantemente il settore turistico ticinese, da parte oltretutto dei proprietari del rinomato Hotel Delta”.
“In margine a questa operazione - prosegue la nota - i proprietari hanno anche scritto ai membri del CC minacciando una causa di risarcimento danni se il Municipio non giungesse a un compromesso accettabile per i loro interessi privati. Il 26 luglio hanno pure fatto sapere che distribuiranno, sempre al CC, la perizia Anastasi, senza per altro menzionare altri importanti elementi dell’incarto, come la sentenza del Consiglio di Stato, cresciuta in giudicato. È sconcertante che delle persone che usano illecitamente una struttura turistica come residenza pretendano un risarcimento!”.
“Non è la prima volta - termina il comunicato - che i proprietari cercano di intimorire in questo modo la Città. Lo hanno fatto attraverso laRegione il 17 marzo 2015, minacciando la richiesta di un risarcimento, senza averne dato seguito. Va anche ricordato che il 31 maggio 2015 il Caffè pubblicava la notizia della sospensione delle rate di credito per la costruzione dell’Apparthotel da parte di Credit Suisse, che saggiamente avvertiva “qualora sussistessero effettive limitazioni d’utilizzo, verrebbero messe in discussione le premesse alla base della nostra concessione creditizia, come pure il successo del progetto nel suo insieme”. Anziché interrompere i lavori, i proprietari hanno reperito i fondi presso un nuovo istituto di credito, Banca Stato, che si è assunto il rischio dell’operazione. Forse è solo un caso che l’allora Presidente di BS sia la stessa persona che da quel momento ha assunto l’incarico di rappresentare legalmente i proprietari. La Sezione PS, interpretando i sentimenti di tutti i cittadini e consiglieri comunali che dalle Autorità si aspettano il rispetto della legalità, si distanzia decisamente da questo pasticcio, dalla caparbietà con cui è stata condotta un’operazione sbagliata dall’inizio, dai reiterati metodi minacciosi e ricattatori dei promotori e dei loro legali nei confronti delle Autorità e dal danno di immagine che un’intera regione patisce per il solo motivo che Locarno applica la legge".