Dopo le tensioni degli scorsi giorni un incontro tra la Fondazione e l'Esecutivo di Lugano, riporta l'ottimismo sul centro di biomedicina. Boris Bignsca: "Ringrazio il Municipio per il sostegno"
LUGANO - Torna il sereno sul Mizar. Dopo le tensioni degli ultimi giorni, l’incontro tra di questa mattina tra la Fondazione Cardiocentro e il Municipio di Lugano, ha permesso un chiarimento e, soprattutto, ha ricompattato i vertici dell’ospedale del cuore con l’Esecutivo luganese.
Dopo due ore di faccia a faccia, infatti, le parti hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa congiunta (messaggio subliminale importante) la ferma convinzione di portare avanti il progetto. Un progetto tanto ambizioso quanto difficile - quello di creare un centro di ricerca di biomedicina d’avanguardia acquistando lo stabile Mizar - e che pone una serie di problematiche tecniche e giuridiche legate al futuro, ancora da scrivere, del Cardiocentro.
Se da un lato i vertici dell’istituto hanno reso visibili al Municipio i 5 milioni necessari per far partire l’acquisto del Mizar, resta l’incognita su chi dovrà versare gli ulteriori 5, dopo il 2020, quando l’attuale Fondazione non esisterà più. L’Ente ospedaliero non può farlo, frenato da una legge che gli impedisce partecipazioni in società o fondazioni di diritto privato. Potrebbe essere la Nuova Fondazione Cardiocentro, proposta dall’iniziativa popolare lanciata nelle scorse settimane, ma anche su questa ipotesi grava un’incognita: il via libera da parte del popolo. O magari, chissà, potrebbe aprirsi una terza via legata all’intervento di un privato, come riferisce la RSI.
La matassa è dunque intricatatissima ma, ciò nonostante, è forte la determinazione di Municipio e Cardiocentro di sbrogliarla, costruendo una soluzione. Lo hanno detto a chiare lettere davanti alla stampa il sindaco Marco Borradori, Michele Foletti, municipale titolare del dossier, e i membri della Fondazione Giovanni Jelmini e Boris Bignasca.
“Abbiamo avuto con il Municipio di Lugano un incontro interessante e costruttivo”, dichiara Giovanni Jelmini raggiunto al telefono da Liberatv. “È stata confermata la volontà di fare tutto il possibile per realizzare un progetto ideato e costruito passo dopo passo con la Città. Un progetto strategico che interessa il Cardiocentro, Lugano, ma anche altri attori come l’USI e l’EOC”.
“Abbiamo confermato - conclude Jelmini - che i 5 milioni della Fondazione ci sono sempre stati e sono tutt’ora a disposizione di questo progetto. La nostra intenzione è quella, nelle prossime settimane, di proseguire i contatti con Lugano per capire le modalità migliori per realizzare il Mizar e per superare gli ostacoli di carattere tecnico che sono sul tavolo”.
“Ringrazio il sindaco e il Municipio della disponibilità, dell’ascolto e del sostegno in un momento delicato, sia verso il Cardiocentro sia verso l’istituto di ricerca”, gli fa eco Boris Bignsca. “Spero che insieme potremo riuscire a costruire questo importante progetto per la Città e per lo sviluppo scientifico del Cantone”.
“Sono molto contento - dichiara infine il sindaco Marco Borradori - perché qualche timore, qualche dubbio, che il Cardiocentro non credesse più nell’operazione Mizar, c’era. Invece abbiamo sentito che la Fondazione, confermando la disponibilità ad investire 5 milioni, è ancora convinta della bontà di questo progetto che ha una valenza regionale e cantonale, per quanto attiene la ricerca”.
“Sappiamo tutti che il dopo 2020 resta una grande incognita. Nessuno ad oggi sa cosa succederà con il Cardiocentro. Quindi le difficoltà per arrivare a una soluzione non mancano. Però il fatto che oggi abbiamo deciso di proseguire è comunque un segnale molto forte. Questo progetto Mizar lo abbiamo costruito insieme ed andiamo avanti insieme”