Dopo la sconfitta elettorale del Movimento, intervista a tutto campo al deputato più votato dagli elettori leghisti: "Il modello dei colonnelli? Serve un rinnovamento sostanziale..."
LUGANO - Boris Bignasca è stato il candidato della Lega a raccogliere il più alto numero di preferenziali dagli elettori del suo movimento: 10’561 voti. Più di Daniele Caverzasio, arrivato primo proprio davanti a Bignasca, nella classifica generale della lista. Primo posto anche nella roccaforte di Lugano, dove ha superato il Municipale Michele Foletti.
Insomma, un ottimo risultato che potrebbe sottintendere anche un segnale politico. Bignasca è infatti il leader dell’ala barricadera della Lega e, nel recente passato, non ha mai taciuto alcune divergenze rispetto alla linea politica del Movimento.
Bignasca, come commenta il suo risultato personale e quello complessivo della Lega?
“I sentimenti sono contrastanti. Da un lato sono felice del mio risultato personale, per nulla scontato, e per il quale ringrazio di cuore tutti gli elettori. Dall’altro sono amareggiato per il risultato della Lega e per quei colleghi che non sono stati rieletti. Perdere quattro seggi in Gran Consiglio è grave, come è preoccupante la perdita di consensi in tutti i comuni, e in particolare nelle Città, a cominciare da Lugano. È inutile girarci intorno: abbiamo perso le elezioni”.
Perché?
“Innanzitutto, come dico sempre, quando si perde una consultazione democratica, è imperativo accettare il verdetto delle urne, riflettere e fare autocritica. Sarebbe deleterio se, come spesso hanno fatto in passato i partiti storici, ci rifugiassimo nelle scuse o nella logica perversa degli elettori che non hanno capito. Cominciamo dai fondamentali: la responsabilità del risultato è nostra. Poi ci sono una serie di temi che andranno analizzati e affrontati”.
Cominciamo da quello che ha fatto più discutere in queste ore. In molti sostengono che la lista unica con l’UDC abbia scontentato una parte della base leghista che, per questo, vi avrebbe voltato le spalle. Lei era contrario a questo matrimonio d’interesse. È stato un errore?
“È vero, io non ero favorevole a questo accordo e non ho cambiato idea. Ma non voglio cadere nel tranello dell’io l’avevo detto, perché ieri le cose sono andate male. Si vince e si perde insieme. Piuttosto la riflessione che mi viene da fare su questa vicenda è un’altra”
Prego.
“Questa storia della lista unica ha occupato gran parte della campagna elettorale. Ed è possibile che una parte degli elettori abbia pensato che più che concentrarci sui problemi dei ticinesi, pensassimo a come blindare meglio i nostri seggi. Quindi la lezione che possiamo trarre da questa esperienza, è quella di smetterla di parlare di noi stessi, e di architetture elettorali, e tornare a parlare di temi”.
Daniele Caverzasio ha detto che serve un ritorno a una Lega nuda e cruda, meno filogovernativa, e in grado di riscoprire la propria anima sociale. È d’accordo?
“E come potrei non essere d’accordo visto che lo sostengo da anni? Sarò anzi contento se questa consapevolezza tornerà a trovare spazio all’interno della Lega, dopo un lungo periodo in cui sembrava quasi eretico porre la questione…”.
Ma come si traduce nella pratica?
“Salario minimo, tassa sui frontalieri (come da iniziativa presenta), lotta ai cassamalatari, stop ai tagli nel sociale. Come diceva il Nano dobbiamo lasciare indietro meno gente possibile. E questo aspetto lo abbiamo forse un po’ trascurato negli ultimi anni. Inoltre dobbiamo tornare ad occuparci del ceto medio”.
Come?
“Le casse dello Stato godono di una buona salute: l’ultimo consuntivo segna infatti un avanzo di 137 milioni. È impensabile in questa situazione non ridare un po’ di ossigeno al potere d’acquisto della classe media e all’economia, abbassando tasse e imposte. La Lega, storicamente, ha sempre avuto una vena non statalista. Ma negli ultimi anni l’abbiamo un po’ smarrita. In questo senso, aggiungo, bisogna smetterla di tartassare imprese e cittadini con balzelli di ogni tipo. Vessazioni che devono terminare anche per quanto riguarda il medico del traffico e l’eccessivo uso dei radar”.
Parla di radar: eppure Norman Gobbi è stato il più votato.
“Norman ha fatto una bellissima votazione e siamo tutti molto contenti. Un risultato personale costruito soprattutto sul tema dell’identità e della sicurezza, che devono rimanere dei nostri cavalli di battaglia. Però la Lega è andata indietro…”.
Come valuta la votazione di Claudio Zali?
“Credo che Claudio abbia pagato alcuni errori di legislatura. Iniziative che all’elettorato leghista non sono piaciute. Anche le continue polemiche con Pronzini sui rimborsi penso gli abbiano nuociuto.Una campagna elettorale più attiva, infine, lo avrebbe senz’altro aiutato. Ma Claudio è una persona estremamente intelligente e quindi sono certo che starà già facendo le sue riflessioni. Detto questo lui rimane un ottimo ministro che ha lavorato tanto e bene, portando avanti molti progetti a beneficio del nostro territorio. Sono sicuro che nei prossimi quattro anni saprà ottenere altri risultati importanti”.
Il risultato di ieri potrebbe mettere in discussione il modello dei colonnelli che ha finora gestito il partito?
“Io faccio parte di quel consesso e sono pronto a metterlo in discussione. Qualsiasi leadership che ha la responsabilità di guidare un partito, dopo una sconfitta viene messa sotto esame. È naturale e giusto che sia così. Il modello dei colonnelli ieri ha perso, ma in passato ha vinto. Dopo una sconfitta non bisogna cambiare tutto, ma correggere gli errori. E quindi una riflessione sul rinnovamento sostanziale del modello di leadership dei colonnelli, secondo me va affrontata”
Infine, Daniele Caverzasio ha già detto che non continuerà nel ruolo di capogruppo, poiché incompatibile con quello di secondo vicepresidente del Gran Consiglio. Lei è arrivato secondo sulla lista. Ce lo fa un pensierino?
“In questo momento, come le ho detto in precedenza, tutto dobbiamo fare meno che parlare di cariche. Il gruppo della Lega si ritroverà nei prossimi giorni e farà le sue valutazioni. Tutte le ipotesi al momento sono a mio avviso premature”.